Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dai rii alle idrovore i lavori del Comune E il sindaco rilancia la «buffer zone»

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VENEZIA L’emergenza è finita, il prefetto ha preso atto della conferma della situazione di migliorame­nto e ha chiuso il lavoro del centro di coordiname­nto dei soccorsi dei vigili del fuoco. Ma adesso viene il difficile, evitare che si ripeta una situazione simile.

Ca’ Farsetti punta sulla messa in sicurezza idraulica della città: dal rafforzame­nto di tutte le rive all’innalzamen­to di piazza San Marco (ci sono due proposte presentate dal Provvedito­re alle Opere pubbliche del Nordest alla Sovrintend­enza), dal potenziame­nto delle idrovore (sono previsti otto milioni di euro per quella di via Torino a Mestre e un altro 1,5 per Pellestrin­a nel Patto per Venezia) agli interventi sui canali della terraferma. Sullo sfondo c’è sempre la conclusion­e dei lavori del Mose (ma il sindaco insiste sulle prove da fare presto alle bocche di porto e sulle modalità di chiusura da stabilire) e il nodo delle competenze delle acque della laguna che dovrebbe passare al Comune (ma manca ancora il decreto). Dopo l’emergenza di questi giorni il sindaco Luigi Brugnaro ha rimesso sul tavolo il tema della gestione del bacino scolante (la messa in sicurezza del territorio è stata inserita come priorità nel piano strategico metropolit­ano) , consideran­do che i fiumi rischiano di esondare nel territorio veneziano, non a caso il prefetto Vittorio Zappalorto ha già annunciato di voler chiedere fondi alla Regione per poter intervenir­e con opere che possano mettere in sicurezza il territorio. Ritorna quindi l’idea della revisione della «buffer zone» (zona cuscinetto) proposta all’Unesco. Il sindaco aveva suggerito che l’area da prendere in consideraz­ione fosse quella del bacino scolante, dai monti fino al mare, «solo così si possono controllar­e le acque», aveva detto. ( f. b.)

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