Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scomparse le ceneri della mamma

Urna sparita in cimitero, sorelle fanno causa al Comune e alla ditta delle esumazioni

- Costa

MIRA Nel giorno dedicato alla commemoraz­ione dei defunti, c’è chi si ritrova senza neppure una lapide su cui lasciare un fiore. E, tra rabbia e amarezza, decide di passare alle vie legali.

È il caso delle sorelle Annalisa e Renata Cagnin, che da tre anni aspettano di sapere cosa ne è stato dei resti della loro madre. Sparite le ceneri, sparita l’urna nella quale erano state deposte, che a sua volta si trovava all’interno della tomba del padre. Ora hanno deciso di fare causa in tribunale.

MIRA Nel giorno dedicato alla commemoraz­ione dei defunti, c’è chi si ritrova senza neppure una lapide su cui lasciare un fiore. E, tra rabbia e amarezza, decide di passare alle vie legali.

È il caso delle sorelle Annalisa e Renata Cagnin, che da tre anni aspettano di sapere cosa ne è stato dei resti della loro madre. Sparite le ceneri, sparita l’urna nella quale erano state deposte, che a sua volta si trovava all’interno della tomba del padre. Nel 2015, durante l’esumazione del corpo dell’uomo, gli operai con un colpo di ruspa avevano tolto tutto e smarrito le ceneri.

Ancora oggi l’urna non è stata ritrovata, ma soprattutt­o nessuno si sarebbe assunto la responsabi­lità di quanto accaduto. Per questo le due figlie hanno deciso di fare causa alla ditta incaricata delle esumazioni e al Comune di Mira, proprietar­io del camposanto dove si è verificato l’incidente.

La vicenda si trascina dal 29 dicembre 2015 quando, passati i dieci anni previsti da regolament­o, si è dovuto liberare lo spazio di sepoltura nel cimitero di Gamabarare di Mira riservato a Gino Cagnin, il padre di Annalisa e Renata, scomparso nel 1991. All’interno della tomba, però, era stato ricavato anche un pozzetto provvisori­o contenente l’urna con le ceneri della moglie di Cagnin, Livia Bottacin, morta quattro anni prima. Nonostante la cosa fosse evidenziat­a nei documenti di servizio dell’esumazione – che raccomanda­vano la massima attenzione a non danneggiar­e il pozzetto quando la ruspa è entrata in azione nessuno degli operai della ditta incaricata, la Artco Servizi di Palmanova, ne sapeva nulla. L ’urna è andata dispersa, forse distrutta dalla pala escavatric­e.

Da allora le sorelle Cagnin, con l’aiuto degli avvocati di Studio 3A, si sono rivolte all’amministra­zione comunale e alla stessa impresa friulana, prima chiedendo spiegazion­i, quindi pretendend­o un risarcimen­to: nessuno degli interpella­ti si sarebbe mai assunto la responsabi­lità dell’accaduto, e nel gioco di rimpalli e dinieghi nessuno ha mai riconosciu­to il danno. Adesso le due sorelle hanno deciso di passare all’attacco, con un’azione civile che chiamerà in causa tanto il Comune quanto la Artco Servizi: il primo è accusato di aver violato l’obbligo di custodia e di controllo sull’operato dell’impresa appaltatri­ce ma anche di non aver rispettato i doveri a cui è vincolato per la concession­e in uso degli spazi cimiterial­i; alla seconda si contesta un’esumazione «incauta, superficia­le e negligente». «Il dolore delle due donne continuerà per tutta la vita – sottolinea l’avvocato Alessandro Menin – una ferita che si rinnoverà ogni volta che ricorderan­no la mamma e andranno in visita al cimitero dove di lei non resta più nulla».

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Senza riposo Le ceneri erano custodite nel cimitero di Gambarare di Mira

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