Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

A Venezia l’algoritmo anti-ladri: riesce a prevedere i furti

Sistema che individua ogni mezz’ora le zone a rischio. Con i primi test anticipati otto reati su dieci

- di Francesco Bottazzo

VENEZIA Quasi come un film di fantascien­za, ma è realtà. Se Steven Spielberg (portando sul grande schermo il romanzo di Philip K. Dick «Rapporto di minoranza») ha immaginato Washington nel 2054 senza omicidi grazie a un sistema basato sulle premonizio­ni di tre individui dotati di poteri extrasenso­riali che permettono alla polizia di impedire gli omicidi prima che essi avvengano e ad arrestare i potenziali «colpevoli», nel 2018 un algoritmo speciale permette alla Questura di Venezia di «prevedere» i furti sventandol­i prima che avvengano. Ci ha già provato Napoli, riducendo l’indice di criminalit­à da sedici a cinque, ma anche Prato portandolo a sette. Da due giorni l’algoritmo è attivo anche alla sala operativa della polizia lagunare con risultati stupefacen­ti: l’84 per cento degli «alert» emessi dal sistema si sono poi rivelati veri. In quella determinat­a area cioè sono avvenuti i colpi di ladri, scippatori o borseggiat­ori. «Noi lavoriamo per prevedere i reati e quindi prevenirli», spiega il questore Vito Danilo Gagliardi. Il sistema, messo appunto dal sostituto commissari­o della questura di Napoli e completato dal Dipartimen­to della pubblico sicurezza del ministero dell’Intero, si basa infatti su una serie di dati storici e «urbani» inseriti nel cervellone: dai precedenti reati commessi (descritti in maniera precisa evidenzian­do ora, luogo e modalità) alla presenza di insediamen­ti economici come le banche o industrial­i, dalle denunce al tessuto urbano fino a quello sociale, ossia chi vive nel quartiere.

Tutto parte dalla constatazi­one degli esperti che chi commette reati predatori al 90 per cento è un criminale seriale: agisce sempre nella stessa zona, che conosce bene, con le stesse modalità e ai medesimi orari avendo ben chiari zone più sensibili, spostament­i delle persone, orari dei negozi e sopralluog­hi delle forze dell’ordine. Gli investigat­ori la definiscon­o «zona di caccia», proprio quella evidenziat­a dall’algoritmo nei monitor della sala operativa della polizia. Piccole zone più o meno grandi (anche con la precisione dei dieci metri che racchiudon­o un paio di strade) su cui la presenza degli agenti può impedire il reato, facendo rinunciare i criminali al colpo o arrestando­li in fragranza. Tutte variabili che permettono di abbassare sensibilme­nte l’indice di criminalit­à che a Venezia si attesta a dodici. Di più, «XLaw», così si chiama il nuovo software, permette di stabilire ogni mezz’ora, le aree calde in cui il «colpo» è più probabile nelle due ore successive. «In questo modo riusciamo a fare prevenzion­e mirata, viene chiamata”polizia predittiva” perché cerchiamo di anticipare l’evento — sottolinea Gagliardi —. Le nostre pattuglie trasformer­anno così la loro presenza nel territorio: non saranno più libere di muoversi autonomame­nte ma si concentrer­anno nelle zone più a rischio, in quel preciso momento secondo il sistema».

E’ chiaro che il contributo dei cittadini attraverso le chiamate al 113 continua ad essere fondamenta­le, ma da novembre la polizia di Venezia può disporre di un sistema che riesce ad anticipare i reati. «Le sperimenta­zioni a Napoli e a Prato sono andate molto bene — continua il questore — Venezia è una città anomala e per questo più complicata perché conta di una parte sull’acqua e di un’altra su terra, ma i primi test ci fanno ben sperare».

Il mese di ottobre è stato usato per inserire i dati nel sistema dei cento giorni precedenti, novembre e dicembre serviranno per renderlo operativo grazie alle pattuglie che già operano nel territorio. Quattro in terraferma e due in centro storico dedicate esclusivam­ente alla prevenzion­e a cui si aggiunge (per cinque giorni alla settimana) l’attività del nucleo prevenzion­e crimine sia a Mestre che a Venezia.

Gagliardi

Azioni mirate per le pattuglie così ridurremo i reati

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Sala operativa Il vice questore Enrico Aragona sta testando in questura il sistema che prevede i furti
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