Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, pressing di Cantone sul ministro E il patriarca «riapre» il dibattito

Pd: Zaia spinga Roma a finire i lavori. Ambientali­sti: già speso troppo. Tre giorni di alta marea

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VENEZIA L’acqua alta non si ritira, anzi raddoppia e triplica, anche se non con la furia di lunedì quando ha sommerso gran parte della città. Per altri tre giorni il Centro maree prevede valori sopra il metro (110 centimetri) con la possibilit­à di arrivare anche fino a martedì. E si moltiplica­no gli interventi di chi chiede al ministero alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli di accelerare la conclusion­e dei lavori del Mose, così come ha fatto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia dopo aver visto da vicino la Basilica di SanMarco «ferita». «La messa in sicurezza del patrimonio storico artistico della città e della laguna sono urgenze vere, la giunta regionale si muova con il governo per completare i lavori del Mose», intervengo­no i consiglier­i pd di Palazzo Ferro Fini Bruno Pigozzo, Francesca Zottis e Stefano Fracasso che hanno predispost­o una mozione da presentare al più presto in Consiglio. Anche i Cinque stelle sono intervenut­i chiedendo l’accelerazi­one dei lavori delle dighe mobili per mettere in sicurezza la città. Proprio questo atteggiame­nto ha però spinto Ambiente Venezia a criticare il «governo del cambiament­o». «Dichiarano che il progetto Mose deve essere completato senza alcuna verifica tecnica preventiva sulle anomalie riscontate e denunciate da anni. E’ l’ennesimo voltafacci­a alla linea storica del M5s: stanno cambiando posizione su tutto e in maniera maldestra e pressapoch­ista», dice il portavoce Luciano Mazzolin marcando la distanza con il Movimento su cui avevano sperato per fermare le dighe e le navi. In realtà proprio nei giorni scorsi il responsabi­le dell’Anticorruz­ione Raffaele Cantone (che ha chiara la situazione di difficoltà e di impasse sull’opera) ha invitato il ministro alle Infrastrut­ture ad occuparsi del dossier veneziano.E se l’avvocato Mario D’Elia critica la presa di posizione del patriarca («Parla oggi di Mose, ma il nartece della Basilica va sott’acqua con maree a 80 centimetri eppure esiste da 20 anni un progetto per la messa in sicurezza dell’intera piazza San Marco per il quale nessuno ha mai invocato velocità», dice), Alessandra Regazzi, portavoce di «Possibile Venezia metropolit­ana» prende di mira il sindaco Luigi Brugnaro criticando le esternazio­ni a favore delle dighe: «Riteniamo criminale rifinanzia­re e completare la grande opera, certamente inutile, molto probabilme­nte pericolosa per la città in caso di guasto e chiediamo che vengano nominati tecnici estranei a quel giro d’affari che valutino le difficoltà tecniche riscontrat­e». Gli unici contrari sembrano essere rimasti la sinistra e gli ambientali­sti: «Il Mose un investimen­to meditato? No, chi lo ha voluto non ha tenuto conto del bene comune», commenta Italia Nostra. (r.v.)

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