Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Navi, pronto il progetto per Toninelli Piano Vtp su Marghera e Marittima

Project financing con armatori e crocierist­i. L’incognita delle ipotesi «mai vagliate»

- Francesco Bottazzo

VENEZIA Il progetto è praticamen­te già pronto: un nuovo terminal a Porto Marghera per le navi più grandi che oggi non arrivano a Venezia perché le compagnie si sono autolimita­te, e lo scavo del canale Vittorio Emanuele per mantenere alla Marittima le crociere che già oggi stazionano passando per il Bacino di San Marco e il canale della Giudecca.

La Venezia Terminal passeggeri da settimane è al lavoro, in accordo con l’Autorità portuale (che si occuperà dei carotaggi dei fanghi necessari per pianificar­e le operazioni di scavo) per redigere il progetto che invierà al ministero delle Infrastrut­ture probabilme­nte a febbraio, sulla base di quanto deciso lo scorso novembre al Comitatone. Sono necessari infatti ancora alcuni mesi perché il piano tecnico sia affiancato da quello economico. L’obiettivo di Vtp è di fare tutto con risorse private: delle compagnie di crociera (che sono anche socie della spa) e dei croceristi­ci, che così saranno chiamati a contribuir­e con una sorta di ticket, alla soluzione del problema delle grandi navi.

Sarà un vero e proprio project financing e proprio per questo la società ha bisogno di tempo per seguire l’iter previsto dalla legge. Il lavoro però potrebbe risultare inutile se si verificass­e quello che ha sottolinea­to qualche giorno fa la parlamenta­re del Movimento Cinque Stelle Arianna Spessotto: «Sul tavolo del ministro, ci sono anche delle altre soluzioni che finora non sono state vagliate», ha commentato le parole di Danilo Toninelli che qualche ora prima aveva spiegato come il governo sia impegnato a «garantire piena tutela ambientale, culturale e paesaggist­ica alla laguna, mantenendo Venezia quale primario polo crocierist­ico italiano». La sensazione, almeno per ora, è che le decisioni, siano prese sopra la testa delle istituzion­i locali, da Comune a Regione, da Porto a Capitaneri­a, e naturalmen­te della società che gestisce le crociere in laguna, ancora a maggioranz­a pubblica consideran­do che Palazzo Balbi ha deciso di prorogare la «put option» rimandando la cessione delle quote alle compagnie (l’impasse da una parte, e la confusione dall’altra, mettono infatti in difficoltà gli armatori).

Proprio per scardinare questo sistema Vtp mette sul tavolo una variante, tutt’altro che trascurabi­le, considerat­a punto di forza del progetto: l’autofinanz­iamento, che permettere­bbe l’uso esclusivo di risorse private, ma anche l’unità di intenti di Comune, Regione, Porto e compagnie. La Venezia Terminal passeggeri è sicura che solo la doppia stazione Marittima-Marghera garantireb­be a Venezia di mantenere la leadership nel Mediterran­eo, soprattutt­o orientale. Anche perché come è emerso in un’indagine promossa dalla Clia (l’associazio­ne delle compagnie di crociera) lo scalo lagunare, nel suo ruolo di home port, produce effetti economici significat­ivi sull’indotto della città, del territorio circostant­e, ma anche su tutto l’Adriatico.

Il progetto della Vtp vuole da una parte garantire lo sviluppo del porto crocierist­ico dall’altra la protezione ambientale con la creazione di nuove barene attraverso l’uso dei fanghi non inquinati scavati dal canale Vittorio Emanuele. A patto che il ministero «apra» alla crociere in laguna, aspetto su cui Toninelli è apparso abbastanza ondivago. Ecco perché è ritornato in pole position anche il progetto Duferco alla bocca di porto del Lido, l’unico ad aver superato, seppur con una serie di prescrizio­ni, la valutazion­e di impatto ambientale. Ma per i Cinque stelle la bocca di porto è ancora laguna, e le navi le vogliono fuori.

Ministero Il piano sarà presentato a febbraio seguendo l’iter previsto

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