Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Da Marisa, via dalla folla i sapori dell’antica Venezia
In un volume di qualche anno fa, Parsifal a Venezia, il compianto direttore d’orchestra Giuseppe Sinopoli raccontava il suo volontario perdersi alla ricerca di sé stesso tra le calli silenziose di Venezia, dopo una prova alla Fenice. Sembra incredibile, ma ancor oggi, nonostante la massa di turisti che visita la città, c’è, addirittura a poche decine di metri dai percorsi più frequentati, una Venezia per l’appunto silenziosa, vera, vissuta, dove perdersi non è solo possibile ma auspicabile. Provate ad esempio, usciti dalla Stazione, ad imboccare la Lista di Spagna: turisti, banchetti, paccottiglia varia. Al Ponte delle Guglie non proseguite, voltate a sinistra e seguite le rive del Canale di Cannaregio. Silenzio, dialetto veneziano, bimbi che giocano, negozietti. E’ questa la Venezia anche della Trattoria Dalla Marisa (Cannaregio 652B – Fondamenta San Giobbe tel. 041/720211). L’italiano è qui bandito (i camerieri si rivolgono in dialetto persino ai turisti stranieri), e anche il «lei» vacilla. Alla sera il menù è fisso a 40 euro. Seduto all’aperto ed accarezzato da una piacevolissima brezza ho assaggiato Folpetti in rosso con polentina, un ottimo Baccalà mantecato, un Branzino marinato con peperoni prima di passare ad una morbidissima Lasagna di pesce. Il fritto era buonissimo e venezianissimo con i «passarini» a far bella mostra di sé tra scampi e calamari. Ho concluso con una Crema di mascarpone con i Baìcoli. Alcune sere viene proposta anche la carne, sempre con piatti lagunari, dai Nervetti con le cipolle, alla «Spiensa» (la milza), dalle Tagliatelle al sugo d’anatra allo «Sguassetto a la bechera» (altro piatto con frattaglie). Attenzione: Dalla Marisa è ancora uno dei pochi locali a Venezia a servire, alla Festa della Salute (il 21 novembre), la «Castradina», antica zuppa dalmata a base di montone bollito con verze, cipolle e vino. Prenotarsi per tempo!