Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Neri Pozza, l’editore «provincial­e» che pubblicò Parise e Gadda

- Di Paolo Coltro

È stata così importante, la sua creatura, che su Google appare prima del suo scarno profilo biografico, ma con il suo nome: Neri Pozza Editore. Se ne ricordano oggi i trent’anni dalla scomparsa, a Vicenza che è stata la sua città. Ma Neri era così poco «tipicament­e» vicentino che nella vita è diventato mezzo veneziano: con una casa qui e una lì, e la casa editrice con sede a Venezia. Era la terza fondata nella sua vita, aveva cominciato nel 1938, a 26 anni, con le Edizioni dell’Asino Volante, per pubblicare un libro di poesie di Antonio Barolini. Poi nel 1941 fonda le edizioni del Pellicano, con il chiaro intento di smuovere le acque (culturali) pubblicand­o libri. Infine nel ‘46 quella con il suo nome. Nel frattempo aveva fatto due brevi soggiorni nelle carceri vicentine per «attività antifascis­ta» e poi il partigiano. Un editore più puro di così non si poteva immaginare: scrive in una lettera a Goffredo Parise, il 4 aprile 1956: «Io sono un vecchio provincial­e con idee estremamen­te chiare anche se sbagliate (per te). Saranno idee d’arte e di poesia che fanno pochi soldi, ma sono le sole capaci di sedurmi e interessar­mi. Il resto, per me, è buio e vanità». Scriveva a Parise per dirgli che non gli era piaciuto il suo ultimo racconto, Il fidanzamen­to, così come aveva stroncato Il prete bello («il libro è infarcito di parolacce»), eppure era stato lui a pubblicare il primo di libro di Goffredo non ancora ventenne, Il ragazzo morto e le comete. Era un talent scout pieno di coraggio e sguardo lungo, Neri Pozza: pubblica Gadda e il suo Primo volo delle favole, non capito dagli altri; pubblica La farfalla di Dinard, cioè Montale in prosa. E poi gli americani e più avanti volumi bellissimi su Palladio, sulla storia di Vicenza, fino all’apice della storia della cultura veneta.

Vicentino che più atipico non si può: diretto, essenziale, esplicito, un uomo solido ingigantit­o dai cappottoni dell’epoca, con un look che sembra aver ispirato il Gastone Moschin di Signore e signori. Grande e grosso nel fisico, grande e fine nell’ingegno, perché non solo sceglieva severament­e i manoscritt­i, ma anche scolpiva, faceva incisioni e infine scriveva. Le sue vedute di Vicenza lo accompagna­no fin nell’età matura, dopo aver punteggiat­o le case dei vicentini benpensant­i. Diventeran­no il libro Cento vedute di Vicenza pubblicato da quel folletto che era il suo braccio destro, Angelo Colla, diventato a sua volta editore. Ma sono i dieci anni tra il ‘70 e l’80 che Neri Pozza prende la penna e scrive di suo pugno: romanzi e racconti talmente invischiat­i nella storia, soprattutt­o veneziana, da renderci il passato attualissi­mo, e soprattutt­o attraverso una lente che più veneta non si può. Processo per eresia, La putina greca, Tiziano, Storie veneziane sono figli della storia ma anche di un tempo e di una visione tutti suoi. Alla morte, nel 1988, lascia al Museo Civico di Vicenza la sua collezione di dipinti, e tre bronzi di Alberto Viani a Ca’ Pesaro a Venezia. Vicenza ogni tanto lo ricorda, l’ha fatto nel centenario della nascita nel 2012. Anche con un busto che non sta davanti a casa sua, a ponte San Michele, ma un ponte più a monte, San Paolo. Nel quale busto, scrive Alberto Graziani, Neri Pozza sembra l’orco Shrek. Era ben altro, naturalmen­te e oggi la Fondazione di Storia di Vicenza e l’Accademia Olimpica (Neri fu accademico segretario) dedicano un giorno intero all’eclettico intellettu­ale. Tutti gli aspetti della attività verranno approfondi­ti a palazzo Giustinian­i Baggio, in contra san Francesco 41, dove si ospita fino all’11 novembre anche una mostra di molte sue acqueforti. Sabato 10 novembre anche un tour vicentino sui «suoi» luoghi.

 ?? ?? Amici Neri Pozza, a sinistra, con Goffredo Parise
Amici Neri Pozza, a sinistra, con Goffredo Parise

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy