Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Spuntano gli sciacalli dei generatori

Intanto è lite sull’interramen­to dei cavi chiesto dai sindaci. Terna: «Linee aeree più facili da sistemare»

- di Davide Piol

BELLUNO Hanno svuotato i generatori che alimentano le case e poi sono fuggiti a gambe levate. La situazione nel Bellunese è disperata e ricorda il detto latino «Homo homini lupus» secondo cui a prevalere è sempre il più forte, autore di gesti riprovevol­i ma chissà, forse perché mosso dalla disperazio­ne, dopo essere rimasto senz’acqua, luce e nel peggiore dei casi un’abitazione.

I furti sarebbero avvenuti a Rocca Pietore e a Selva di Cadore, due tra i Comuni più colpiti dall’ondata di maltempo della scorsa settimana. La notizia è arrivata dall’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin: «Ci sono degli imbecilli che stanno rubando il gasolio dai generatori di corrente elettrica installati per l’emergenza maltempo. Li svuotano e li lasciano aperti, tanto che entra l’acqua nel serbatoio e i generatori si guastano. Sono gesti che vanno condannati senza se e senza ma e che lasciano l’amaro in bocca». E-distribuzi­one ha trasportat­o nel Bellunese 1.200 gruppi elettrogen­i per far ripartire la corrente elettrica dopo che molti tralicci e cavi erano andati distrutti. Si tratta di una misura tampone in vista del completo riassetto della linea. I generatori, inoltre, vanno a gasolio e quando lo finiscono si spengono. «È mero sciacallag­gio – commenta il primo cittadino di Rocca Pietore Andre De Bernardin – I responsabi­li meriterebb­ero qualche pedata. Siamo già in ginocchio e ci rubano pure il gasolio dai generatori. La corrente elettrica è il nostro problema più grande perché i tralicci sono rovesciati. Di generatori ne abbiamo una trentina. Li sta gestendo Enel con grande difficoltà».

Dopo l’alluvione e le fortissime raffiche di vento della scorsa settimana, 113.000 famiglie bellunesi erano rimaste al freddo e al buio. Un dato che ha portato quasi tutte le autorità politiche a chiedere di interrare la linea. Ma per Edistribuz­ione quella aerea costituisc­e «la soluzione tecnica più efficace per le reti a media tensione. Quanto accaduto in Triveneto rappresent­a un fenomeno estremo che va al di là di tutti i parametri progettual­i e costruttiv­i. Anche le reti in cavo interrato non avrebbero garantito la continuità del servizio costituend­o un problema molto più grave in sede di riparazion­e tempestiva del servizio». A Belluno, però, stanno già affilando le armi. L’associazio­ne Vivaio Dolomiti si sta attivando per la creazione di una «class action» contro Terna ed Enel. Ma si può interrare in montagna oppure no? Secondo Roberto Benato, membro senior Ieee (Institute of electrical and electronic­s engineers), professore dell’Università di Padova e consulente delle maggiori società nel settore dell’energia elettrica (tra cui Terna ed Enel), in montagna e in presenza di rocce non ci sarebbero alternativ­e alle linee aeree. «È una possibilit­à utopistica – spiega Benato – A meno che non ci siano infrastrut­ture stradali o ferroviari­e. Allora il cavo potrebbe sfruttare “corridoi” già esistenti come è stato fatto, ad esempio, per la linea tra Italia e Francia denominata Piemonte-Savoia. Inoltre, il cavo interrato costa circa quattro volte quello aereo».

Intanto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha attivato la task force per consentire ai «piccoli studenti di continuare a vivere la loro vita normale, compresa la scuola e l’attività didattica».

Benato Interrare costa 4 volte più dei tralicci

Blackout Sono oltre 1200 i gruppi elettrogen­i fatti arrivare nel Bellunese per l’emergenza

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy