Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I PROCESSI E I TEMPI GIUSTI
Divampa il dibattito sulla prescrizione ed in proposito si susseguono inesattezze ed imprecisioni. Innanzitutto non è vero che, attualmente, i termini di prescrizione siano brevi: con un solo atto interruttivo (come ad esempio l’interrogatorio da parte del pm) la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e la bancarotta fraudolenta fallimentare si prescrivono in 12 anni e mezzo,la concussione in 15, l’omicidio colposo per infortunio sul lavoro in circa 18 anni, i maltrattamenti in famiglia in 15 anni e se deriva una lesione grave in circa vent’anni, la violenza sessuale in 25 anni e gli esempi potrebbero continuare. In linea generale, dopo la sentenza di primo grado, il termine di prescrizione è ulteriormente sospeso per un anno e sei mesi.
A mio avviso si tratta già di tempi molto ampi ed in un Paese con un minimo di garantismo non dovrebbero essere necessari ulteriori protrazioni dei termini di prescrizione, anche a prescindere dall’incostituzionale proposta grillina di sospendere «forever».
Si dice anche che si vuol evitare casi, come quelli recentemente verificatisi, di imputati che sono rimasti impuniti perchè il Tribunale ha dovuto dichiarare la prescrizione, ma è evidente che il risultato sarebbe stato identico se fosse stata in vigore l’attuale proposta di modifica in quanto essa riguarda la sospensione del corso della prescrizione dopo la pronuncia della sentenza di primo grado ed è irrilevante sulle prescrizioni già verificatesi prima della sentenza del Tribunale.
Non è neppur vero che la prescrizione lasci sempre le persone offese senza risarcimento, a parte il fatto che vi è sempre l’alternativa della causa civile risarcitoria, nel caso di sentenza di prescrizione perchè in attesa dell’appello essa è maturata, la Corte ai sensi dell’art.578 del codice di procedura penale decide sul risarcimento dei danni alle parti civili. Può essere che alcune Corti d’Appello siano «soffocate» dai processi pendenti, ma il rimedio più efficace è quello di costituire sezioni distaccate od addirittura nuove Corti d’Appello. Nel Veneto ad esempio sarebbe auspicabile una sede di Corte d’Appello di Verona, competente nei confronti delle decisioni dei Tribunali di Rovigo, Vicenza e Verona. Qualsiasi soluzione, comunque, è da preferirsi all’istituzione degli «imputati a vita».