Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, l’ipotesi di Linetti commissario «Presto novità»
VENEZIA «Presto saprete la soluzione», dicono dallo staff del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «La revoca del commissariamento del Consorzio Venezia Nuova? E’ una delle ipotesi sul tavolo», aveva detto lui il giorno prima. Ieri ovviamente tutti hanno cercato di interpretare i piani del ministro per la conclusione del Mose, a partire proprio dall’ipotesi che quel regime avviato a fine 2014 dopo lo scandalo possa terminare oppure che possano essere sostituiti Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, protagonisti di un braccio di ferro sia con il provveditore Roberto Linetti che con le imprese del Cvn, a partire dalla Mantovani.
I rumors più insistenti parlano di un passaggio di Linetti dalla guida del Provveditorato a quella del Consorzio. Un’ipotesi che si basa da un lato sul fatto che l’ingegnere romano, 64 anni, tra pochi mesi andrebbe in pensione, dall’altro sulla richiesta di alcune imprese di avere un commissario più «operativo», cosa che viene invece rinfacciata a Ossola, la parte tecnica del «tandem», mentre Fiengo, avvocato dello Stato, si occupa della parte contrattuale e legale. C’è chi dice che la nomina di Linetti potrebbe avvenire già nell’arco di un mese, ma servirebbe nominare un nuovo provveditore. Sul nome di quello attuale ci sarebbe l’appoggio del sindaco Luigi Brugnaro, che ne avrebbe parlato con Toninelli lunedì sera, chiedendo anche che si parta subito con la sperimentazione delle aperture (anche parziali) del Mose, e anche del governatore Luca Zaia, tanto che già un anno fa si era diffusa la voce che Linetti sarebbe diventato il terzo commissario.
In realtà all’interno del Consorzio c’è però anche un’ala più «conservatrice», quella che con i due commissari ha avuto meno scontri e che dunque sostiene la continuità, ovviamente puntando a uscire dallo stallo e concludere i lavori con un rush finale. Anche perché il rischio di rivedere la governance è quello di allungare ancora di più i tempi, anche se in questo senso la nomina di Linetti, rispetto a un terzo esterno, renderebbe tutto più facile. La revoca dei commissari spetta però al prefetto di Roma, che li ha nominati d’intesa con l’Anac, non al governo. «La stagione commissariale è esaurita, bisogna individuare un soggetto che finisca i lavori», dice il deputato del Pd Nicola Pellicani. «Restano due incognite aggiunge Zaia - Se funzionerà, e spero proprio di sì, e chi paga la gestione».
Ieri intanto è arrivata la conferma che la commissione di Salvaguardia dovrà analizzare il progetto dell’Autorità portuale sul rafforzamento delle sponde del Canale dei petroli, anche se la data è ancora da decidere. Il Porto ha presentato un nuovo parere dell’Avvocatura che, sulla base di un quesito più approfondito rispetto al primo, dove si parlava di dragaggi senza dire che i fanghi sarebbero stati portati nella cassa di colmata, rafforzata con palancole. Il piano è osteggiato dagli ambientalisti.