Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caso Giusto, spuntano le bollette non pagate

Nella causa per incompatib­ilità il nodo delle «pendenze». Ca’ Farsetti non ne discuterà

- Mo.Zi.

VENEZIA Si è dimesso anche da Presidente del Comitato di Venezia del Palio delle Repubblich­e, il consiglier­e delegato alle Tradizioni Giovanni Giusto. Eliminata anche questa incompatib­ilità, il Consiglio comunale non deciderà sulla sua posizione prima che il 16 novembre la seconda sezione del tribunale civile, giudice relatore Carlo Azzolini, affronti il caso del consiglier­e della Lega che non ha mai dichiarato di essere presidente del Comitato delle Remiere e del Palio, ruoli entrambi causa di incompatib­ilità, peraltro nota da anni ma venuta al pettine solo quando il primo dei non eletti del Carroccio, Marco Parrino, è passato alle vie legali. Quello che non è noto ai più — ma che è nel faldone depositato davanti ai giudici da Parrino e dal suo legale Jacopo Molina — è che Giusto avrebbe dichiarato di non avere pendenze con Ca’ Farsetti. Nei documenti dati ai giudici risulta, invece, che era dal 2013 che gli uffici gli notificava­no inviti a saldare le bollette non pagate per la sede delle Remiere: 12.500 euro a dicembre del 2013, altri 11.944 un anno dopo e svariati inviti a saldare durante la giunta Orsoni e il commissari­amento Zappalorto. Poi, per tre anni, nessun sollecito fino a maggio 2018, quando il caso Giusto era già scoppiato e l’amministra­zione gli spediva una nota per ricordare che c’erano 9.360 euro da lettura dei contatori da onorare. La questione delle bollette va alla voce «debiti non dichiarati», parente stretta della voce «cause di incompatib­ilità». L’idea di doversi riunire per giudicare un collega mette a disagio praticamen­te tutti i consiglier­i di maggioranz­a e il testo unico Enti Locali all’articolo 69 dice che bisogna deliberare dieci giorni dopo la notifica dell’udienza in Tribunale. La notifica è arrivata tre settimane fa, Giusto non l’ha comunicata - ritiene che sia una sua questione personale – e la Pec arrivata al Consiglio pare non sia stata aperta o letta. La presidente Linda Damiano si è consultata con l’avvocatura civica e si è deciso che non ci sono gli estremi per portare all’assemblea la questione di incompatib­ilità. «L’Avvocatura Civica e la Segreteria Generale mi hanno confermato che nel caso di specie è stata rimossa l’ ulteriore causa di incompatib­ilità di Presidente Comitato Cittadino del Palio – spiega - Non sussistono, pertanto, ragioni per l’inseriment­o dell’argomento nell’ordine del giorno del Consiglio». Se ne riparlerà eventualme­nte dopo la sentenza.

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