Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Addio a Tramontin, il Re degli squerarioli
Le sue gondole come Ferrari. De Checchi: tradizione secolare a rischio
VENEZIA Se ne va il re degli squerarioli. Aveva 63 anni Roberto Tramontin, con lui Venezia ha perso un altro pezzo della sua tradizione. Ieri dopo una lunga malattia è morto uno degli ultimi maestri d’ascia della laguna, di certo l’ultimo «squerariol» che ancora realizzava le gondole in fasciame, limitando il compensato marino al solo fondo. Il suo squero — a Dorsoduro, tra Ognissanti e l’Avogaria — è un punto di riferimento per i veneziani. D’altronde i «legni» di Tramontin sono famosi per essere considerati come le Ferrari delle gondole, e la mano del maestro era sempre una garanzia, fin da quando cominciò ad ottenere la fiducia dei «pope» con i suoi primi lavori. «Questa è una perdita enorme, per tutta la città — ha ricordato Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato — Venezia si vede portare via uno degli ultimi eredi di una tradizione secolare. Roberto aveva due figlie femmine, quindi sappiamo che con lui è morto anche il nome della famiglia Tramontin, che qui è sinonimo di gondole». Roberto Tramontin rappresentava la quarta generazione di squerarioli ad occupare il cantiere di Ognissanti, fondato nel 1884 da Domenico, che all’epoca portava ancora il cognome Tramontina. La modifica all’anagrafe, togliendo l’ultima lettera, la farà il padre Nedis. «Ora nello squero, e già da qualche anno, c’è il maestro Matteo Tamassia, giovane di nome ma non d’esperienza — continua De Checchi — è stato formato nella scuola di Confartigianato, la stessa che ha fatto lavorare i giovani maestri d’ascia degli ultimi anni, ma per cui oggi non ci sono più fondi. Speriamo che possa continuare l’opera di Roberto. Come associazione siamo vicini ai famigliari e agli amici in lutto». Piegato dalla malattia, il maestro non aveva mai smesso di amare i canali e l’odore del legno grezzo, e anche se la sua condizione non lasciava aperte molte speranze la sua scomparsa resta una ferita profonda per il centro storico, come sottolinea il consigliere comunale Maurizio Crovato, che lo conosceva bene: «Con lui scompare un nome che aveva significato in tutto il mondo, ed è davvero un dolore pensare che nessuno possa raccogliere la sua ascia. I nostri pensieri vanno alla famiglia, alle sue due figlie, perché possano superare questo momento difficile».