Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I rimborsi Iva fanno aumentare le bollette
Le spese di 300 cause vinte dagli utenti «scaricate» su tutti i cittadini. Adico: illegale
Bolletta della Tari più cara. Il costo dei rimborsi dell’Iva infatti verrà spalmato su tutti gli utenti. E’ la decisione di Veritas che sta aspettando il trasferimento dei fondi dall’Agenzia delle Entrate.
VENEZIA Rimborsi Iva sulla Tia, Veritas annuncia che l’esborso per il contenzioso e le restituzioni sarà spalmato sui contribuenti con un aggravio in bolletta sulla Tari. Come, quanto e a chi è ancora da decidere ma se i circa 21mila euro di rimborsi finora accordati in base a 300 sentenze dei giudici di pace dovessero essere addebitati a tutti i 500mila utenti dell’azienda per asporto rifiuti, si arriverebbe a 0,043 centesimi di euro per ciascuno. Poco. Ma alla cifra dei 21mila euro di rimborsi netti vanno aggiunti anche i costi per avvocati, tribunali, corte Costituzionale, spese di giudizio sostenute in questi anni e dunque il conto lievita. I tecnici di Veritas non hanno ancora deciso se è opportuno ripartire la quota su tutti i contribuenti della provincia in maniera lineare o se si procederà comune per comune, spalmando la quota sulle aree dove il contenzioso è stato più veemente. E Adico insorge: «Decisione del tutto illecita, censurabile a più livelli, probabilmente anche penali», sbotta il presidente Carlo Garofolini.
La questione nasce con l’Iva alla tariffa per i rifiuti che la sentenza 238 della Cassazione del 2009 ha dichiarato illegittima, ribadendo poi nel 2012 e nel 2016 il diritto al rimborso. Sulla scorta di quelle sentenze, molti avvocati e Adico avevano avviato sportelli di consulenza e cause. Di fonte alle ingiunzioni dei Giudici di Pace, Veritas ha sempre restituito le somme: dai 30 ai 150 euro per ciascuna utenza, una media di 70 euro per cinque anni di Tia per ciascun ricorrente. Il punto è che Veritas restituisce l’Iva ma l’Iva non è dell’azienda multiutility ma dell’Agenzia delle Entrate, cui è stata girata. Ma quando ha chiesto all’Agenzia di essere reintegrato dei soldi rimborsati, non ha mai avuto risposta. E ha avviato un contenzioso, «aggiungendo quindi ulteriori costi a carico di tutta la collettività a quelli già in atto», dice l’azienda. Tutte queste spese, oggi chi le paga? Noi tutti. Il bilancio non può avere passivi e quindi «è importante che i cittadini sappiano che i costi delle cause e dei relativi rimborsi (a cui Veritas dà corso esclusivamente dopo sentenze della magistratura) e del contenzioso con l’Agenzia delle Entrate finiscono per essere a carico della collettività, all’interno dei piani finanziari della Tari/ Tarip di ciascun Comune – dice l’azienda - Quindi, chi ha ricevuto un rimborso si troverà a doverlo restituire per quota parte con le bollette». Insomma, il costo dei rimborsi è collettivo. Poiché nuove cause potrebbero esserci fino al 2022, la maggiorazione in bolletta potrebbe andare avanti per anni. E quindi Veritas mette le mani avanti: possibili aumenti. «Questa intenzione è del tutto illecita e passibile di censure a tutti i livelli, probabilmente anche penali – accusa dall’associazione consumatore più attiva sul fronte rimborsi, l’Adico, il presidente Carlo Garofolini - Non vi è nessuna disposizione di legge che autorizzi l’inserimento di costi di quel genere all’interno del piano finanziario della tassa/tariffa rifiuti. Veritas è una società di diritto privato esercente attività commerciale in regime di impresa e come tale soggetta al rischio d’impresa. Gli errori e le perdite economiche vanno poste a carico del bilancio della società Chiediamo di indire un convegno pubblico sul tema».
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