Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Appello a Conte «Due milioni per la Basilica»
Lettera della Procuratoria anche per l’Art Bonus. Lavori su marmi, mosaici, colonne
VENEZIA È di 2,7 milioni di euro la somma necessaria per avviare il primo gruppo di interventi più urgenti nella Basilica di San Marco. Settecentomila sono già stati stanziati dalla Procuratoria che per gli altri si appella al governo: «Ci servono due milioni per i restauri, dai marmi ai mosaici».
VENEZIA Per i danni alla Basilica a causa dell’acqua alta, la Procuratoria di San Marco chiede al governo due milioni di euro. Settecentomila ha già cominciato a spenderli la fabbriceria marciana per il rifacimento delle basi delle colonne del nartece in marmo verde, erose dalla salsedine al punto da essere oggi seriamente lesionate e sgretolate e per altri danni alla pavimentazione, composta da tessere di marmi pregiati costantemente esposti alla corrosione.
Ma per mettere in sicurezza la Basilica nel suo insieme, sistemare paratoie per tenere all’asciutto il nartece e le parti retrostanti la chiesa, poco conosciute e fotografate, intervenire nuovamente sulla cripta a 30 anni dagli ultimi lavori e sostituire le colonne esterne, serve molto di più. Altri due milioni di euro ed è questa la richiesta che il primo procuratore Carlo Alberto Tesserin e il procuratore Pierpaolo Campostrini inviano al governo. Un appello, più che una richiesta diretta, che nelle prossime ore si concretizzerà in una lettera con tanto di relazione tecnica di esperti e dettagliato computo dei danni rilevati e dei lavori necessari per porvi rimedio che sarà inviata alla Soprintendenza, alla Prefettura, al Comune e alle istituzioni cittadine, affinché arrivi a Palazzo Chigi.
Ci sono migliaia di acque alte, dietro quella conta dei danni. Ma la mazzata finale è arrivata con i 156 centimetri che il 29 ottobre hanno allagato tutta Venezia e con gli eventi successivi che nei giorni seguenti hanno tenuto sempre in acqua le pregiate strutture. Le foto della Basilica allagata hanno impressionato anche il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio ma è ora che dalla generale commozione si arrivi alla concretezza della salvaguardia. «L’ evento del 29 ottobre ha sospinto la risalita capillare dell’acqua salata a livelli più alti nelle murature, ha bagnato strutture raramente raggiunte, ha provocato un ulteriore allargamento delle vie attraverso le quali avvengono le infiltrazioni di acqua ed umidità nelle strutture murarie, rendendole più esposte ad eventuali successivi eventi — scrive la Procuratoria — Riteniamo che lo Stato, che aveva promesso la protezione di San Marco e dell’intera città di Venezia dalle invasioni mareali debba farsi carico di un tale urgente finanziamento, a salvaguardia del patrimonio universale di Venezia che la legge italiana dichiara di preminente interesse nazionale». Ci sono tre ordini di interventi, spiega Campostrini: la caratterizzazione dei danni e i relativi approfondimenti sui livelli di penetrazione del salso e del grado di corrosione causato, che costituiscono il dieci per cento dei costi stimati in 2,7 milioni di euro; l’altro dieci per cento riguarda le misure di prevenzione come le paratoie. «L’ottanta per cento riguarda però il recupero e il restauro di marmi, mosaici, colonne: l’elenco esatto sarà redatto insieme alla Soprin-tendenza», sottolinea.
L’appello pubblico della Procuratoria ricorda che qualche giorno fa San Marco ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte la richiesta di estendere i benefici delle detrazioni fiscali dell’Art Bonus anche alle fabbricerie, gli enti cioè che si occupano della manutenzione delle 25 maggiori cattedrali italiane, come fa Venezia. Non è una misura alternativa ai due milioni chiesti al governo «ma un provvedimento che incoraggia la solidarietà sociale».