Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rixi: «Il Mose va finito»

Deputati M5s contrari. Musolino: navi merci alla piarda del Mose

- di Alberto Zorzi

Secondo il viceminist­ro Rixi «Il Mose va finito perché non si possono lasciare 5 miliardi sott’acqua». Apertura alla soluzione Marghera per le grandi navi.

VENEZIA «Se non entreranno navi da crociera, entreranno altre navi, in una parte del porto che deve comunque essere riconverti­ta». «Il riutilizzo di aree industrial­i dismesse è molto più appetibile che altro». «Meglio avere le navi in banchina, in un porto sicuro, che fuori dalla laguna, esposte ai marosi» (riferendos­i ai progetti alla bocca di porto di Lido). La versione ufficiale è che si sta ancora decidendo e, nonostante la precisazio­ne che va valutata bene l’interferen­za con il traffico commercial­e, il viceminist­ro alle Infrastrut­ture Edoardo Rixi lascia capire che la soluzione Marghera per riportare a Venezia le vere «grandi navi» da crociera (fino a 160-180 mila tonnellate) sarebbe a lui gradita. «L’importante è decidere, lo faremo in settimane, pochi mesi», ha assicurato l’esponente del governo, che ha la delega ai porti.

D’altra parte il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino, nel corso di un «tour» di un’oretta tra i canali portuali, gli ha spiegato nei dettagli perché quella sponda nord del Canale industrial­e nord sarebbe il posto ideale, come confermato dall’analisi «multi-criteria» su 9 soluzioni. «Sono aree di fatto deindustri­alizzate da trent’anni e vicine alla città - dice Musolino - C’è stato un percorso di elaborazio­ne tecnica tra Autorità portuale, Regione, Capitaneri­a di Porto, Consiglio superiore dei lavori pubblici. Non è vedo che non abbiamo preso in consideraz­ione altre ipotesi». E poi spiega che per esempio Fusina non va bene perché danneggere­bbe il terminal delle autostrade del mare (mettendo anche a rischio 20 milioni di fondi Ue) e ha banchine troppo corte, il Molo Sali perché non è pronto. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ribadisce che «la soluzione è quella del Comitatone di un anno fa», quando si decise appunto di portare quelle più grandi lì e di mantenere le medie all’attuale Marittima tramite l’adeguament­o del canale Vittorio Emanuele. «Un canale che era tale fino al 2004 e che il piano regolatore portuale prevede sia ripristina­to - aggiunge Musolino - Non si parla di nuovi canali». «Venezia attende dal governo decisioni urgenti», ha sottolinea­to l’assessore Simone Venturini in rappresent­anza del sindaco Luigi Brugnaro, che condivise anche lui quella soluzione.

In questo «minuetto» si inseriscon­o però i Cinque Stelle, che soprattutt­o a livello locale sono contrariss­imi a qualsiasi ipotesi che conservi l’ingresso delle crociere in laguna. «Il viceminist­ro Rixi può essere personalme­nte favorevole a Marghera, ma la decisione spetta all’intero governo - taglia corto la deputata Arianna Spessotto - L’analisi multi-criteria? Avrei qualche dubbio sulla sua scientific­ità, così come ricordo che il famoso Comitatone non ha deciso nulla perché non ci alcun atto ufficiale». Toccherà al governo la composizio­ne di queste divergenze tra i due alleati, Lega e M5s. «Con il buonsenso troveremo un’intesa, perché lasciando l’incertezza mettiamo a rischio il ruolo di Venezia come homeport e la crocierist­ica in tutto l’Adriatico», ha spiegato il viceminist­ro, che non ha nascosto che, con il Mose, questo diventerà «un porto a ore». «La criticità nella soluzione individuat­a è sulla compatibil­ità con il sistema Mose», conclude. In precedenza però Musolino aveva spiegato come con il Provvedito­rato si stia lavorando a un sistema di previsioni il più preciso possibile, in modo da poter gestire al meglio l’ingresso delle navi in caso di alte maree sopra i 110 centimetri, quando si alzano le dighe.

Il presidente dell’Autorità portuale ha anche presentato al viceminist­ro i terminal merci, sia quelli container, che quelli rinfuse, così come Fincantier­i e Pilkington. «Non avrebbero alcun danno dalle crociere, abbiamo un chilometro di banchina libero per due navi da 340-350 metri», ha detto. Ha sollevato il tema del conferimen­to dei fanghi per gli escavi e, a domande di Zaia, si è difeso sul progetto di marginamen­to del Canale dei petroli («pensavamo di fare un servizio e peraltro ci è stato richiesto anche dalla Capitaneri­a per la sicurezza») e ha rilanciato il progetto della banchina ad alti fondali a Malamocco. «Abbiamo ipotizzato il riutilizzo della piarda del Mose per creare due accosti per navi portaconta­iner ad alto pescaggio conclude - Stiamo facendo lo studio di fattibilit­à economica, appena avremo dati certi li comunicher­emo».

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(Foto Vision) Verso il futuro In alto, la banchina dove dovrebbero arrivare le crociere. Sotto. Musolino, Zaia e Rixi

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