Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rixi: acceleriamo per finire il Mose Musolino, la conca e i milioni buttati
Il viceministro: non possiamo lasciar marcire l’opera sott’acqua
VENEZIA «Manca il 6 per cento dei lavori, non possiamo lasciar marcire l’opera sott’acqua». Il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, ieri in visita a Venezia in un tour in barca nei canali portuali (vedi servizio a pagina 8), non ha potuto evitare anche le domande sul Mose e ha confermato che il governo vuole finirlo. E pur non entrando nella recente diatriba sulla governance, rilanciata dal suo ministro Danilo Toninelli che aveva annunciato l’ipotesi di porre fine al commissariamento del Consorzio Venezia Nuova, ha ammesso che bisogna spingere sull’acceleratore: «Un po’ di impulso bisogna darlo, da qualche parte le cose si sono fermate e forse è il caso di dare un’accelerata», ha detto il viceministro, che ha dribblato anche le domande sulla futura gestione.
Rixi si è poi soffermato sui costi di gestione, lanciando l’allarme. «E’ un tema che preoccupa, le amministrazioni locali non possono farsi carico di costi così elevati - ha detto - Dobbiamo anche capire se si possono diminuire». E proprio per questo nel pomeriggio, oltre a visitare gli uffici della Capitaneria e dialogare a lungo con l’ammiraglio Pietro Pellizzari che l’ha accompagnato in tutta la visita, il viceministro si è intrattenuto con il provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti.
Il governatore del Veneto Luca Zaia, come dice sempre, si è tirato fuori. «Io non ho 80 milioni l’anno per la gestione, il governo non pensi a noi», ha detto, affermando che lui è sempre stato critico sull’opera, ma auspicando che ora sia messa in funzione. Zaia ha poi ricordato che anche con il Mose piazza San Marco (che è uno dei punti più bassi di Venezia) «va sotto acqua». «In Il sistema delle dighe mobili dovrebbe proteggere Venezia dall’acqua alta passato non è mai stato spiegato bene», ha aggiunto a chi gli replicava che è da sempre che si sa, perlomeno fino a quando non sarà realizzato quel progetto di impermeabilizzazione dell’area per evitare la risalita dell’acqua dai tombini e dai cunicoli: un piano a cui stanno lavorando Kostruttiva e Thetis su incarico proprio di Linetti.
Rixi ha poi sottolineato il problema del Mose per il porto di Venezia, che diventerà «a ore» come quelli del Nord: «Anche se qui le maree sono più difficili da prevedere», ha detto. Una battuta che è stata un assist per il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino, che è tornato all’attacco della conca di navigazione, che dovrebbe permettere alle navi di entrare a Malamocco anche a Mose chiuso. «E’ stata ideata troppo piccola, con una nave di progetto da soli 280 metri, e rischiamo di aver speso 653 milioni di euro per un’opera che non serve quasi a niente - ha detto - Inoltre basta guardare dall’alto con Google Maps per capire che è disallineata rispetto alla diga frangiflutti e le simulazioni di ingresso con le navi non sono rassicuranti. Per non dire, infine, del fatto che alla prima mareggiata, non alla quarta o alla quinta, si è danneggiata la porta».