Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La banda del Ducale e la foto su Google Street L’alert sul «falso» Tomic
I dettagli delle indagini sul furto di gioielli del Maharaja
VENEZIA Quella macchina con la macchina fotografica a 360 gradi era passata proprio in quel momento, mentre lui era fuori. E l’ha ripreso, davanti a casa sua. Nella complessa indagine della squadra mobile di Venezia sul furto dello scorso 3 gennaio alla mostra sui tesori del Maharaja di Palazzo Ducale, quando vennero rubati due orecchini e una spilla del valore complessivo di 3 milioni e mezzo di euro, c’è stato anche qualche colpo di fortuna. Per esempio in quella certosina attività di ricostruzione di dove fossero i 6 sospettati – cinque dei quali sono stati arrestati con l’aiuto della polizia croata tra mercoledì e giovedì scorso – è capitato pure di trovare uno di loro fotografato dall’auto di Google Street View. I poliziotti avevano infatti ricostruito alcuni ● Il 3 gennaio scorso a Palazzo Ducale sono stati rubati due gioielli della mostra del Maharaja
● Con l’accusa di furto sono stati arrestati i croati Vinko Tomic, Zvonko Grgic, Zelimir Grbavec e Vladimir Durkin e serbo Dragan Mladenovic. Elton John, e Jean Cocteau per nominarne solo alcuni. Per non parlare dei pezzi acquistati dai Sultani arabi. Nelle aste internazionali i gioielli Nardi sono più che ambiti. Ma il nome della gioielleria è volato nuovamente oltre oceano con lo showroom nel Crown Building al 730 di Fifth Avenue nel cuore di Manhattan. La storia della gioielleria Nardi è una storia di oltre un secolo, storia di imprenditori, artigiani e artisti con la passione per oro e pietre preziose. Sergio lascia la moglie Paola, i figli Alberto e Saverio. Cordoglio da parte dell’Associazione Piazza San Marco di cui Alberto Nardi è stato a lungo presidente: «Tutti i Soci di Associazione Piazza San Marco, ricordando il generoso contributo suo e della Sua Famiglia per la promozione culturale e la tutela storica della Piazza». indirizzi ipotetici dei membri della banda e si sono serviti anche di fonti «apertissime» – come appunto le mappe di Google – per cercare informazioni utili: mai e poi mai gli uomini guidati dal dirigente Stefano Signoretti avrebbero pensato di poter trovare l’immagine della persona che ricercavano.
La polizia croata ha dato un supporto importante, ma non bisogna dimenticare che il capo Vinko Tomic, 60enne croato che alle spalle avrebbe una montagna di furti analoghi e l’affiliazione alle famose «Pink Panthers», da ben sette anni fuggiva a un mandato di cattura svizzero. La polizia, coordinata dal pm Raffaele Incardona, era riuscita a ricostruire alcuni degli alias usati da Tomic per scorazzare senza problemi in giro per il mondo e aveva attivato un sistema di alert nel caso di rientro in Italia. Tomic però se ne era rimasto, con moglie e figlio, nella sua casa di Samobor, dove una ventina di agenti speciali croati l’hanno arrestato la mattina di mercoledì scorso. L’alert in realtà in un’occasione si era attivato, ma poi si è scoperto che si trattava di un’altra persona con un documento falso.
Oltre a Tomic sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato il 43enne Zvonko Grgic e i 48enni Zelimir Grbavec e Vladimir Durkin, anche loro croati, e il 54enne serbo Dragan Mladenovic. Il sesto membro, anch’egli serbo, è latitante. Nei giorni scorsi si sono opposti all’estradizione e la procedura dovrebbe concludersi in un mese. A quel punto potrebbero essere consegnati all’Italia per il proseguo delle indagini e l’eventuale processo. Difficile invece pensare di ritrovare i gioielli: l’ipotesi è che siano stati consegnati a chi ha commissionato il furto oppure smembrati per venderli. (a. zo.) VENEZIA Venti minuti dopo l’inizio e venti prima della fine di ogni partita della Fermana dovranno presentarsi in commissariato. È tornato operativo l’obbligo di firma nei confronti dei tifosi marchigiani puniti con il Daspo dal questore di Venezia. Diciassette erano stati sanzionati per il match di gennaio contro il Mestre, dopo che nei loro veicoli erano stati trovati bastoni e mazze da baseball. Il questore aveva disposto l’obbligo di firma, inizialmente rigettato dal giudice. Ora invece la conferma in Cassazione. VENEZIA E’ stata fissata per il 22 gennaio l’udienza in cui la Corte di Cassazione discuterà il ricorso dell’avvocato Andrea Zambon per cercare di far uscire di galera Natalino Boscolo Zemello, il 35enne di Chioggia che ha ucciso di botte la moglie 37enne Maila Beccarello l’8 agosto scorso. Boscolo non aveva negato di aver avuto una lite pesante con la moglie, ma ha detto che le ferite più gravi se le sarebbe procurate cadendo da sola. Il pm Stefano Buccini per ò lo accusa di omicidio volontario aggravato.