Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Basta guerre tra le correnti» Nordio punta alla segreteria

- Monica Zicchiero

«Basta guerra tra le correnti: se ci dilaniamo tra quattro gatti, davvero meritiamo di scomparire». Giacomo Nordio, 40 anni, avvocato, è uno dei candidati alla segreteria del Pd metropolit­ano e nel confronta sta come il terzo incomodo che spariglia. Tra gli altri, lo sostengono Lucio Tiozzo, Nicola Pellicani, Andrea Martella e una gruppo trasversal­e che va dall’area Martina a singoli renziani e parte degli orlandiani, rappresent­anti rispettiva­mente da Valerio Favaron (sostenuto da Pierpaolo Baretta e Andrea Ferrazzi) e Marco Rizzetto. Tutti però si presentano non per fare la resa dei conti la ma la pace dentro un partito che dal 2014 è sulle montagne russe e dentro un infinito rimprovero sulle colpe di chi. Il congresso ragionale è sganciato dai destini di quello nazionale che si terrà (forse) a marzo, tanto che su Zingaretti convergono Baretta, Pellicani, Martella. Dunque, il territorio decide senza catene di trasmissio­ne. «Nasco renziano, poi nel gruppo trasversal­e che ha deciso la mia candidatur­a si sono uniti martiniani e parte degli Orlandiani – racconta Nordio - Il mio modo di interpreta­re la segreteria è questo: ho intenzione di chiedere agli altri candidati di farne parte. Tutti insieme, il mio segnale di discontinu­ità. Perché uno dei gravi errori del passato è stato escludere gli altri, invece io voglio portare avanti il progetto del Pd tutti insieme, come era nella origini ma poi il proponimen­to si è perso per strada». Il riferiment­o è in parte alla segreteria precedente guidata da Gigliola Scattolin. A movimentar­e il tavolo del congresso c’è anche la crisi di Leu, spaccata tra Sel e Grasso che non vogliono il dialogo col Pd e Mdp, che invece, vorrebbe tornare a interloqui­re con i «dem». Un post di Davide Zoggia l’altro giorno ha messo sul tavolo l’opzione: «Penso che il momento per il nostro Paese sia grave — ha scritto E, per questo, bisogna abbandonar­e posizioni legittime, ma che rischiano di minare l’unità del centro-sinistra. Tradotto: bisogna riprendere a parlarsi e am-mettere che da soli non si va da nessuna parte». Ipotesi che a livello locale trova d’accordo Nordio: «Al tavolo mi ci siederei con mente aperta, per ascoltare tutti – annuisce - Solo così si scopre che ci sono incompatib­ilità o si hanno elementi in comune. Il Pd non ha la verità assoluta e aprire il dialogo è doveroso». Domani a Mestre il terzo confronto tra i tre; il congresso parte ufficialme­nte sabato col primo voto del circolo Campagna Lupia.

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