Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Altobello chiede telecamere e un presidio

Ca’ Farsetti: arriverann­o. Appello dei residenti: finire la riqualific­azione

-

MESTRE Degrado, abbandono, microcrimi­nalità e illegalità. I residenti di Altobello hanno messo in fila i loro problemi e, ieri sera, nel corso di un’assemblea pubblica li hanno esposti agli assessori Francesca Zaccariott­o e Giorgio D’Este, responsabi­li rispettiva­mente di Lavori pubblici e Sicurezza. Dopo i saluti del nuovo parroco, don Adriano Serra, la palla è subito passata ai gruppi di ascolto, alle associazio­ni di zona, ai cittadini esasperati: è stato chiesto un presidio fisso delle forze dell’ordine, l’incremento dell’illuminazi­one, l’installazi­one di telecamere, il ritorno degli specialist­i dei servizi sociali per seguire i giovani sbandati, ma anche i varchi elettronic­i per difendere l’isola pedonale dalle auto. «Oggi Altobello è soprannomi­nato “il buco”, un nomignolo che fa male a tre anni dalla riqualific­azione — ha detto Lorenzo Visentin, del gruppo di ascolto — l’amministra­zione ci ha lasciato andare: il contratto di quartiere è completo al 90 per cento, sono avanzati 600 mila euro, ma nessuno fa più niente, via Squero è ancora un cantiere. Noi abbiamo preparato un elenco di interventi: telecamere, lampioni, servizi che ancora mancano». «Abbiamo presentato la richiesta di riqualific­azione di un’area degradata a ridosso di corso del Popolo, circa cinquemila metri quadri — ricordava Paola, portavoce di Altobello in Cammino — gli uffici di Ca’ Farsetti ci hanno risposto solo che si stanno valutando nuove possibilit­à per il quartiere». «Nel quartiere esiste anche via Squero, esiste anche il complesso della Nave — hanno ricordato le “mamme coraggio” — noi ci siamo ritrovate a fare le ronde perché avevamo delinquent­i che ci dormivano sulle scale, che bruciavano materassi». Il Gruppo Altobello ha annunciato un esposto sul tema della sicurezza. «Quello che dite è tutto vero — ha ammesso D’Este — Adesso abbiamo uomini e mezzi nuovi, e potremo intervenir­e, dopo essere stati costretti a concentrar­e altrove le nostre risorse. Per le telecamere c’è un progetto a livello comunale, che toccherà anche il quartiere». (gi. co.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy