Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tre turisti su 10 dormono a Mestre «Ma senza strategia è un dormitorio»
Giovani e vacanze online. Il ministero: gestione comune per il sovraffollamento
MESTRE Hanno spesso meno di 35 anni, provengono dal Nord Europa, dall’Asia e dal Nord America, si sono organizzati la vacanza attraverso internet, molti viaggiano in solitaria — e tra questi la maggior parte donne — sono alla ricerca di esperienze autentiche e particolari, da vivere nei due, tre o quattro giorni che passano nel Veneziano, ponte di Rialto e piazza San Marco permettendo. L’identikit del turista che dorme a Mestre – e nello specifico nei nuovi alberghi dell’area della stazione – è diverso da quello di chi trova posto affacciato sul Canal Grande. Ma, con un 30 per cento delle presenze ormai concentrate in terraferma (percentuale destinata ad alzarsi di altri dieci punti entro il 2021, quando saranno completati i nuovi hotel) non può più essere ignorato. E, anzi, è giunto il momento di pensare a come convincerlo a visitare anche il centro di Mestre, per sgravare la città storica e a per dare linfa all’economia della terraferma. Non stupisce che sia stato questo uno degli argomenti del convegno sul sovraffollamento turistico organizzato da Ca’ Foscari, all’interno del progetto europeo interregionale Alter Eco. «Il sovraffollamento turistico non è un problema che possa essere affrontato e risolto dalle singole località, serve una gestione a livello macro, almeno nazionale», ha detto direttore del dipartimento Turismo del ministero dei Beni Culturali, Francesco Palumbo. Intanto, però, Mestre deve fare i conti con l’aumento di turisti: «Se manca una strategia rischiamo di ripetere l’errore degli anni ‘80 – ha sottolineato l’onorevole del Pd Nicola Pellicani – Allora la città era il dormitorio di Porto Marghera e quando l’area industriale è entrata in crisi si è svuotata, oggi rischia di diventare il dormitorio per la laguna». Per risolvere il problema la Camera di commercio ha analizzato i visitatori che pernottano al nuovo ostello A&O e al hotel Plaza: su un campione di 350 intervistati è apparso chiaro come Mestre non sia vista come una città pericolosa, piuttosto poco accessibile e poco attrattiva. Gli stranieri restano per mangiare, per fare shopping, si dicono incuriositi dalla prospettiva dell’M9 e dalle iniziative del centro Candiani. Ecco quindi che, con una manciata di volantini e una app dedicata, si è riusciti in un mese a indirizzarli verso i locali dei dintorni, le palestre, i negozi e i ristoranti, che dopo essersi prestati alla sperimentazione hanno visto un aumento del 15 per cento degli accessi stranieri. «Ma spesso chi viene qui sarebbe persino disposto ad andare a correre a parco San Giuliano», ha commentato Alessandro Martello, general manager del Plaza. (gi. co.)