Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Grom chiude «Terraferma non attrattiva»
Non sono bastati i mercatini mensili, le feste di strada, gli appuntamenti stagionali e neppure il viavai quotidiano generato dai nuovi uffici dell’anagrafe, via Palazzo resta un territorio difficile, poco appetibile per chi deve bilanciare costi e guadagni. Almeno, questo è il calcolo fatto da Grom, la «gelateria gourmet» che da anni insiste sotto i portici ma che, dal prossimo 25 novembre, abbasserà per sempre la saracinesca. Già in questi giorni, le vasche di gelato si svuotano e non vengono riempite, con grande sconforto dei fedelissimi che faticano a trovare il loro gusto preferito. Troppo costoso tenere aperto, troppo poco il ritorno di cassa per quello che, ormai, era diventato solo un negozio di tenuta, utile a mantenere il marchio in terraferma ma incapace di restare in positivo. «La situazione del commercio a Mestre è particolarmente problematica — spiega l’azienda che cita le recenti chiusure di Stefanel, Uniko, Nima1708, Falconeri e Cat Studio e parla di crisi generalizzata — Grom, nell’area di Venezia-Mestre, ha cinque negozi. I quattro di Venezia godono di perfetta salute e anzi sviluppano anno dopo anno. Considerando perciò la situazione generale, con animo non certamente leggero, abbiamo deciso di chiudere la gelateria di Mestre che non garantisce uno sviluppo nel medio periodo». Che la terraferma sia un mercato più difficile è innegabile, ma via Palazzo negli ultimi anni ha vissuto una fase di rinascita, spinta proprio dai commercianti dei portici, che si sono impegnati con eventi e appuntamenti per coinvolgere di nuovo i mestrini, avendo sempre un discreto successo. Ma nel raggio di un chilometro e mezzo si trovano almeno cinque gelaterie e forse, esaurita la spinta iniziale, pochi residenti hanno mantenuto l’abitudine di pagare due euro e trenta una pallina di gelato, per quanto cremosa. E per un marchio internazionale come Grom, arrivato nelle capitali turistiche di mezzo mondo così come negli scaffali dei supermercati, è più importante mantenere lo standard di prezzo, perfettamente sostenibile dai visitatori di Venezia. «Questa chiusura non rappresenta una smobilitazione — sottolinea ancora l’azienda — I negozi di Venezia, lo ripetiamo, rappresentano dei fiori all’occhiello. E l’apertura di Verona nel 2016 dimostra l’attenzione per le aree del Veneto che possono garantire crescita sul territorio».