Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Furto al Ducale, trattative sull’evaso

Diplomazia al lavoro per portare Mladenovic in Italia. Cherchi: aspettiamo la Croazia

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VENEZIA «Stiamo attendendo di capire che cosa succederà. Anche perché potrebbe essere che anche la Croazia chieda l’estradizio­ne di Mladenovic dalla Serbia, visto che il reato di evasione è stato commesso nel loro territorio». E tra l’altro, pare, anche con un atto di violenza nei confronti di un agente. Il procurator­e capo Bruno Cherchi esprime per conto degli inquirenti la fase di stallo dopo il blitz di una settimana fa, quando la polizia croata aveva arrestato 5 dei sei presunti ladri dei gioielli del Maharaja esposti a Palazzo Ducale e rubati alle 10 di mattina del 3 gennaio scorso. I poliziotti avevano messo le manette ai polsi a quattro cittadini croati – il 60enne Vinko Tomic, ritenuto il capo della banda, il 43enne Zvonko Grgic, i 48enni Zelimir Grbavec e Vladimir Durkin – e al 54enne serbo Dragan Mladenovic, che era stato arrestato proprio al confine di Tovarnik, mentre stava cercando di fuggire nel suo Paese. Dopo l’arresto però Mladenovic è riuscito a fuggire, pare uscendo da una finestra del bagno, e sarebbe tornato proprio in Serbia dove è stato però subito arrestato. Le notizie però sono frammentar­ie e poco sa anche il suo difensore italiano, l’avvocato Giacomo Rosso.

Il perché è presto detto. Mentre la Croazia dal 2013 è nell’Ue e dunque con quel paese sono in vigore tutti i rapporti bilaterali anche a livello giudiziari­o, la Serbia è ancora in fase di trattativa per l’ingresso: e così mentre i croati hanno collaborat­o pienamente alle indagini e hanno arrestato i propri cittadini sulla base di quello che da pochi mesi si chiama «ordine europeo di indagine» (che ha superato il «mandato di arresto europeo» nell’ambito di una nuova disciplina all’interno della Ue), la Serbia di fatto non riconosce l’ordinanza di custodia cautelare del gip David Calabria. La Croazia, tramite il proprio sistema giudiziari­o, dovrà stabilire se mandare in Italia i quattro accusati – ci vorrà un mese, visto che tutti quanti si sono opposti alla richiesta italiana, anche se gli stessi legali non hanno troppi dubbi sul fatto che sarà eseguita –, mentre le procedure con la Serbia saranno decisament­e più lunghe e incerte. Tra l’altro in quel paese c’è anche il sesto indagato, che è tuttora ricercato, e già il pm Raffaele Incardona aveva disposto un mandato di cattura internazio­nale, che prevede il passaggio per Procura generale e Ministero della Giustizia. Quanto all’ipotesi di un passaggio di Mladenovic dalla Serbia alla Croazia, noto

Mandato d’arresto Mentre i croati sono nell’Ue e riconoscon­o gli atti italiani, per la Serbia c’è un iter diverso

riamente i rapporti tra i due Stati non sono buonissimi.

Secondo l’indagine della squadra mobile, Tomic ha forzato la teca e rubato due orecchini e una spilla (valore 3 milioni e mezzo di dollari) per poi fuggire: tutto in 28 secondi. Mladenovic gli ha fatto da palo, mentre il serbo ricercato ha recuperato la refurtiva nella Sala delle Armi di Palazzo Ducale. Poi i tre sono corsi verso Piazzale Roma dove c’era Grbacev ad attenderli in auto, pronto per tornare in Croazia. Grgic e Durkin avevano collaborat­o nei due tentativi di furto del 30 dicembre e del 2 gennaio. (a. zo.)

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