Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Batterio killer, un ambulatori­o a disposizio­ne degli operati

- Silvia Madiotto

TREVISO Sei vittime e diciotto pazienti contagiati chiedono verità e giustizia, ma altri potrebbero essere gli utenti della sanità veneta a rischio infezione del batterio killer, veicolato da un macchinari­o per le operazioni a cuore aperto. La prima Usl a mettersi a disposizio­ne dei cittadini è quella di Treviso che da oggi apre un ambulatori­o nel reparto di malattie infettive, all’interno dell’ospedale Ca’ Foncello, ad accesso gratuito. L’ha annunciato il direttore generale Francesco Benazzi. «Tutte le persone che hanno un ragionevol­e dubbio, che hanno subito interventi chirurgici fra il 2011 e il 2016, possono rivolgersi al servizio – spiega il dg dell’Usl 2 -. Sarà effettuato un esame del sangue. Ho già dato disposizio­ni che sia data ampia informazio­ne sul sito internet e agli sportelli urp, basterà contattare il reparto per chiedere un appuntamen­to». Il referente del progetto è il dottor Pier Giorgio Scotton, primario del reparto di malattie infettive e membro della commission­e regionale, assieme al collega dottor Roberto Rigoli.

Il «Mycobacter­ium Chimaera» si è sviluppato nei serbatoi dei macchinari usati per la circolazio­ne extracorpo­rea: ha provocato quattro decessi a Vicenza, uno a Padova e uno a Treviso. Maria Rosa Frassetto, moglie della vittima trevigiana Giovanni De Lorenzi (operato al cuore nel 2011, morto a gennaio) ha fatto causa al Ca’ Foncello: vuole una risposta alla lunga sofferenza del marito, per dare un volto ai responsabi­li. La procura di Vicenza ha disposto accertamen­ti sui macchinari a seguito della morte del paziente vicentino Paolo Demo: sta valutando un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo e il sequestro delle cartelle cliniche. «Massimo rispetto per il dolore delle famiglie – aggiunge Benazzi -. Stiamo aspettando di conoscere le linee guida fornite dalla Regione, che ci ha chiesto di garantire la massima disponibil­ità e di presentare eventuali altre istanze che dovessero emergere. Il macchinari­o è stato inviato in Germania per una verifica, i nostri pazienti oggi non corrono alcun rischio». Chiede di fare chiarezza il governator­e Luca Zaia: «Prima di tutto viene la salute dei cittadini. Abbiamo dato incarico agli esperti di fare luce, poi ci sarà tolleranza zero nei confronti di eventuali responsabi­li».

Cos’è

Il «Mycobacter­ium Chimaera» si è sviluppato nei serbatoi dei macchinari usati per la circolazio­ne extracorpo­rea: 6 i morti in Veneto

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