Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La storia di Mestre in sottoveste Zancanaro compie 120 anni di attività

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MESTRE «La sottoveste, le mestrine, non sanno neanche più cos’è. Perché non la vende più nessuno» ne esibisce con fierezza un lembo scuro sotto il maglione Anna Costantini. «Le multinazio­nali di intimo qui vicino? Macché. Al massimo hanno le parigine in seta». Che all’ombra dei portici di piazza Ferretto la storica bottega Zancanaro sia l’ultimo baluardo mestrino della sottoveste è un dato di fatto. Che questo sia anche segreto dei 120 del negozio più antico di Mestre non è dato sapersi. Anche perché ci vuole molto più di una sottoveste per sopravvive­re alla moria di negozi mestrini dell’ultimo decennio. E ancora di più alle crisi economiche che si sono susseguite in oltre un secolo. Ma la titolare Marina Costantini e la sorella Anna, nipoti della fondatrice, giocano di modestia: «Se ci abbandona lo zoccolo duro delle nostre clienti siamo rovinate» ridono insieme. Un mercato sicuro, sì, quello delle signore mestrine benvestite, ma non la vera chiave di longevità. Per capirlo basta osservarle. Conoscono ogni tessuto, ogni cucitura, ogni colore, modello, orlo, taglia, merletto, filo e pizzo del loro campionari­o. E se qualcuna torna dopo mesi con una calza o una canotta usurata mica la mandano via. E se qualcun’altra pretende una modifica al pigiama di seta corrono a trafficare nel retrobotte­ga con la speranza di renderla felice.

A loro sembra ieri quando si muovevano incantate nella stanza delle lane, ci sono cresciute in mezzo a quelle nuvole soffici variopinte: «Ci sembrava enorme - ricordano - e c’erano dei pacchetti bellissimi». Forse è in quella stanza che la vendita di intimo le ha attratte per la prima volta, l’aveva voluta la nonna, la signora Zancanaro. 120 anni fa il marito della imprendi-trice

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