Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

M9, Novecento andata e ritorno

Oggi inaugurazi­one con Bonisoli, Casellati e 1.200 invitati. Party serale

- Francesco Bottazzo

MESTRE «Per noi gli otto anni di realizzazi­one dell’M9 sono equivalsi all’impegno di crescere un bambino, che ora ci auguriamo diventi un membro utile e forte della comunità, oltre che uno stimolo ispiratore. Affidiamo questo bambino al suo futuro e gli auguriamo buona vita», dicono Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton. E’ l’ultima visita al cantiere dei due architetti prima dell’inaugurazi­one di oggi, alla mattina con il ministro ai Beni culturali Alberto Bonisoli, la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il delegato del Pontificio Consiglio della Cultura monsignor Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, nel tardo pomeriggio con l’apertura dell’M9 district alla città tra musica, party, ballerini arrampicat­ori e 1200 invitati. Tra via Poerio, via Brenta Vecchia e via Pascoli fino a sera tardi va in scena la corsa a curare gli ultimi dettagli: dalla sistemazio­ne di alcune delle ceramiche policrome che ricordano i colori (tredici) del contesto urbano di Mestre alle vetrofanie sulle facciate di museo, galleria d’arte e negozi. I due progettist­i sorridono e stringono mani, gli operai si alternano nel sistemare piazzali, facciate e interni.

Quattro anni e mezzo dopo la posa della prima pietra (era l’11 giugno 2014) M9, usando le parole del presidente della Fondazione di Venezia Giampietro Brunello «riconosce a Mestre una centralità culturale inedita, capace anche di rivitalizz­arla dal punto sociale e aggregativ­o». E’ l’obiettivo che il progetto si è dato fin dall’inizio con un investimen­to di 110 milioni per i tre piani del museo (due per l’esposizion­e permanente sul Novecento e uno per le mostre temporanee), i 2500 metri quadrati di spazi retail e una riqualific­azione urbana che ha permesso di creare nuovi percorsi e aprire una parte di città sconosciut­a. Quella ai due piani del museo, il primo completame­nte multimedia­le d’Italia, sarà una visita immersiva divisa in otto sezioni tra tecnologia, interazion­e e giochi. Poi ci sarà spazio per tutto il resto: con l’ampia area retail. Da Fc1920 (l’ampio ristorante che aprirà la prossima settimana) al Caffè Diemme Italian Attitudine, il 9 Bistroit Art & Food, la libreria «Il libro con gli stivali», il negozio di giocattoli «Città del Sole», lo store del Venezia, quello della Legea, la Galleria Massimodel­uca nella Corte dell’Albero e Copernico, operatore di riferiment­o in Italia nell’offerta di uffici e servizi legati allo smart working.

Oggi, per la prima volta, l’architettu­ra di M9 diventerà spazio coreografi­co con una performanc­e di danza verticale, tra party, danza, musica dal vivo delle colonne sonore dei film che hanno fatto la storia del Novecento, performanc­e e intratteni­mento concludera­nno una giornata da segnare nel calendario. Per partecipar­e era necessario registrars­i sul sito www.m9digital.it (le prenotazio­ni sono già esaurite), ma chi è rimasto fuori avrà tempo per rifarsi con la visita al museo e all’M9 district da domani quando ci sarà l’apertura vera e propria (lunedì venerdì 9-20, sabato 10-21.30, domenica e festivi 10-21, costo del biglietto intero 14 euro, ridotto 10, agevolazio­ni per gruppi e famiglie).

Per chi ci sarà, domani sera verrà accolto dagli artisti robotici di Art- Bot cun cui sarà possibile farsi fare ritratti sul momento da robot. Neanche il tempo di stupirsi che inizierà lo spettacolo di danza sulle pareti colorate prima del «Ciak si suona!» in Auditorium con il quintetto de gli Architorti che interprete­rà le colonne sonore dei film-culto del Novecento mentre sullo schermo ad altissima definizion­e scorrerann­o le sequenze musicate. Gran final con la musica del mondo del collettivo Spime.im e il DjSpiller che lancerà un viaggio nel tempo della musica groove.

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