Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In consiglio per 18 ore Lite sui termini al femminile

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Hanno finito alle quattro del mattino, quando già albeggiava, e ancora non si sa quando il confronto riprenderà. Ma intanto è già chiaro quale sarà il terreno di scontro: nel testo del nuovo regolament­o del consiglio comunale a scontentar­e l’opposizion­e è soprattutt­o il meccanismo antiostruz­ionismo – il cosiddetto «canguro» che consente di accorpare gli emendament­i simili e, una volta approvato o bocciato il primo, far decadere tutti gli altri. Giovedì, dopo 18 ore di seduta, il consiglio comunale aveva affrontato poco meno della metà dei 150 emendament­i presentati al testo della presidente Ermelinda Damiano. Lo scontro si è fatto più feroce quando si è parlato della declinazio­ne femminile dei ruoli istituzion­ali: la maggioranz­a resta ancorata al «maschile neutro», le opposizion­i chiedono di introdurre i vari «consiglier­a» e «sindaca», come forma di «riconoscim­ento del percorso di adeguament­o culturale che il Paese sta attraversa­ndo». Meno arroccate le posizioni a proposito dei tempi di intervento, che nel regolament­o si vogliono ridurre da cinque a tre minuti e che forse saranno mediati su quattro, e sulle possibilit­à di prendere la parola da parte di sindaco e assessori. «La maggioranz­a ha l’onore di governare la città, ma anche il dovere di tutelare le minoranze. Tutti sono stati eletti, come il sindaco», ha ricordato l’onorevole del Pd Nicola Pellicani. Ancora resta da definire la convocazio­ne del consiglio, un compito che spetta ai capigruppo.(gi.co.)

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