Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rubavano i carichi di farina al Porto processo per camionisti e operai
L’accusa: quattro furti al terminal rinfuse nel 2009. Guardia giurata pagata 400 euro
VENEZIA I vertici del terminal portuale si erano accorti che c’era qualcosa che non andava. Hanno ingaggiato un investigatore privato e hanno scoperto che erano i loro stessi dipendenti, in combutta con i camionisti che portavano i carichi, una guardia giurata, uno spedizioniere e i «committenti», a rubare sfarinati e granaglie di cereali. A quel punto è scattata la denuncia e la procura di Venezia ha avviato un’inchiesta, da cui sarebbero emersi almeno quattro episodi di furto tra luglio e settembre del 2009 al Terminal Rinfuse Italia (Tri) di Marghera. Il fascicolo è poi passato di mano in mano ed è arrivato a processo solo in questi giorni con il pm Andrea Petroni: di fronte al giudice, nell’udienza rinviata al prossimo 15 marzo, ci sono 9 imputati, mentre altri quattro hanno deciso di chiudere tutto con un patteggiamento di pochi mesi.
Gli indagati erano originariamente 13: i camionisti Federico Zambon e Simone Zanotto, i dipendenti di Tri Paolo Grandi, Andrea Corrò, Patrik De Nadai, Gianni Vallotto, Matteo Visentin e Pierpaolo Stocco, la guardia giurata della «Serenissima» Michele Da Villa, lo spedizioniere della «Viglienzone Adriatica» Tiziano Pavan e il dipendente della Sagem Cristiano Scarpa, il Radames Piran della «Nuova Bordenca», Roberto Scroccaro, titolare della «Agriverde». Secondo l’accusa Pavan e Scarpa contattavano i camionisti e i dipendenti del terminal, pagandoli perché sottraessero il carico, così come faceva Piran con Da Villa (sarebbe emerso che la guardia giurata veniva ricompensata con 400 euro), mentre Scroccaro metteva a disposizione il suo deposito in via Banchina dell’Azoto per scaricare la merce rubata. I dipendenti Stocco, De Nadai e Grandi hanno patteggiato, così come ha fatto Da Villa. In realtà per alcuni di loro la scelta è stata quella di evitare un processo in aula che avrebbe creato disagi e un danno d’immagine.
Ma gli altri nove, difesi dagli avvocati Alessandro Rampinelli, Marianna Tassetto, Andrea Galli, Giorgio Pietramala, Andrea Zambon e Gaetano Corsaro, hanno deciso di difendersi in un dibattimento pubblico.
La tesi accusatoria è che gli imputati bypassassero la procedura della pesa, che di solito viene eseguita prima e dopo lo scarico del camion per verificare quanta merce viene depositata. Per «coprire» l’operazione veniva poi ristampato il documento emesso all’ingresso del camion.
Indagine Sono stati i vertici a scoprire tutto con un investigatore