Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Meccanica, rallenta la crescita «Scelte suicide da Roma»
Fra Padova e Treviso più 2,6% ma l’export frena
VENEZIA «Il rinvio dei bandi Tav e ora la nuova ecotassa sull’acquisto di auto, sono scelte suicide per il Paese. Chiediamo al governo un bagno di realismo e di responsabilità e di invertire la rotta su questi e su altri capitoli come Industria 4.0 e il decreto Dignità per scongiurare uno scenario di nuova recessione». L’appello è dei presidenti dei gruppi della Metalmeccanica per le province di Padova e Treviso di Assindustria Venetocentro, Mario Ravagnan e Antonella Candiotto, dopo la lettura dell’andamento del comparto nel terzo trimestre. Un settore che conferma la sua tradizionale energia esprimendo ancora una crescita sull’anno precedente, è sottolineato, ma non certo con la stessa dinamica. A fine settembre secondo i dati di Fondazione Nordest, la produzione metalmeccanica delle due province risulta aumentata su base annua del 2,6% ma 12 mesi prima il trend era del +3,1%, un differenziale che si allarga se si considerano solo i primi nove mesi (+2,1% contro +3,6%). Analogo il comportamento delle esportazioni di macchine e attrezzature (+2% sul +5,3% dello scorso anno) e vistoso pure il rallentamento del mercato interno (+3,9% mentre fra gennaio e settembre 2017 era cresciuto di 6,1 punti) e questo, rilevano i rappresentanti confindustriali, anche a causa della flessione di ordini nazionali per macchine e tecnologie provocato dall’annunciato taglio agli incentivi Industria 4.0. Momento controverso anche per l’occupazione. Secondo la ricerca le nuove regole del decreto Dignità e il peggioramento della congiuntura indurranno un terzo delle imprese a non rinnovare, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato. Tra Treviso e Padova opera un distretto metalmeccanico con 9.914 imprese (41,2% del comparto in Veneto) e oltre 95.600 addetti (40,2% del totale) capace di esportare oltre 10,7 miliardi.