Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mitra, droni, bodycam: i vigili dicono basta «Non siamo Rambo, qualcuno si farà male»
I sindacati: «Noi, vittime di sindaci a caccia di voti». Il comandante: «Lo vogliono i cittadini»
VENEZIA «Non siamo Rambo. E, prima che qualcuno si faccia male, dovrebbero metterselo in testa quei sindaci e comandanti vittime delle loro manie di grandezza».
L’ispettore Giancarlo Chemello, segretario del Csa – che in Veneto è tra i sindacati della polizia locale più rappresentativi – è sconfortato. Guarda la foto dei «mitra» appena entrati nelle dotazioni dei suoi colleghi a Cittadella, e scuote la testa. «In realtà è una semplice pistola semiautomatica mascherata da fucile mitragliatore», sentenzia. Sarà. Ma per il comandante Samuele Grandin è motivo di orgoglio: «Potete dire addio alla vecchia figura del vigile alla Alberto Sordi, quello che si limitava a dirigere il traffico e a fare le multe. Oggi l’agente di polizia locale è la figura in divisa più vicina ai cittadini e, come tale, è a lui che si rivolgono per sentirsi al sicuro». I «mitra» – delle «Scorpion» calibro 9x21 – sono solo l’ultimo strumento in dotazione ai suoi uomini: «Abbiamo giubbotti antiproiettile e un cane antidroga - spiega il comandante - e seguiamo corsi ad alta specializzazione: gli agenti si sono addestrati nella caserma americana di Vicenza, con gli stessi supporti tecnologici che utilizzano i soldati Stelle e Strisce impegnati nelle missioni all’estero».
Se non sono dei Rambo, poco ci manca. In attesa dei taser (le pistole elettriche), le nuove armi in dotazione a Cittadella sono solo l’ultimo esempio di una corsa ai vigili-soldato che si respira in tutto il Veneto. A Venezia, il sindaco Brugnaro li paragona a Batman: per superare il concorso devono sottoporsi a prove di corsa, sollevamento pesi e salto in alto. A Verona sono entrati in servizio agenti specializzati nel tiro tattico, a Rovigo per la prima volta gireranno armati di Beretta, mentre a Vicenza la Giunta vorrebbe dotarli di bodycam simili a quelle utilizzate dalla polizia di Stato nel monitoraggio urbano in funzione antiterrorismo. Progetto, quest’ultimo, stoppato pochi giorni fa solo per i dubbi legati alla tutela della privacy, anche se l’amministrazione può consolarsi con l’arrivo di 35 pistole nuove di zecca. E comunque, in tema di tecnologie, Bibione batte tutti: da questa estate il comando ha comprato addirittura un drone per dare la caccia (dall’alto) ai venditori abusivi che importunano i turisti.
«Piaccia o meno, la verità è che siamo solo ausiliari di pubblica sicurezza – osserva Chemello – e quindi è insensato utilizzarci per contrastare la criminalità, oltre che pericoloso. La polizia locale è nata con un altro scopo, non meno nobile. E invece ci sono comandanti che vogliono fare operazioni antidroga e blitz in grande stile. Ma la formazione di un agente è molto diversa da quella alla quale si devono sottoporre carabinieri e poliziotti. Senza contare che, in caso di aggressione, non abbiamo le stesse tutele di cui godono loro». Allo stesso modo la vede l’ispettore Alessandro Biasioli, della segreteria regionale Cgil Funzione Pubblica, che alle spalle ha 23 anni nella Municipale di Venezia: «Le forze di polizia utilizzano le armi solo dopo aver superato diversi corsi di formazione, che li preparano non solo dal punto di vista tecnico ma anche psicologico. La preparazione dei vigili, invece, quasi sempre si limita al poligono di tiro». Ma allora perché questa svolta che Biasioli definisce «drammatica»? «Perché le multe non portano consenso politico. Ormai da anni le campagne elettorali battono sul tema della sicurezza, e quindi i sindaci hanno la tentazione di utilizzare i vigili per il contrasto a una criminalità che in realtà, numeri alla mano, è in calo. Il risultato è che, salvo esigenze di cassa, diminuiscono i controlli ai negozi o a chi non rispetta il Codice della strada, preferendo dirottare gli agenti su attività che offrano l’illusione di una città sicura».
Ma il comandante Grandin rivendica il proprio contributo al cambiamento: «Le multe le lasciamo agli accertatori della sosta. Noi ci concentriamo su altro perché sono i cittadini che ci chiedono questo tipo di azioni, anche se non ci sentiamo dei Rambo e nessuno utilizzerà le armi con leggerezza».
Il sindacato Sulpl sta dalla sua parte: «La società è cambiata - dice il referente veneto, Francesco Spadaro - e anche la polizia locale deve evolversi: siamo i nuovi centurioni delle città, e come tali dobbiamo essere in grado di difendere i nostri cittadini. Ben vengano quindi armi, prove fisiche e nuove tecnologie».
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Il Csa Insensato utilizzarci per il contrasto alla criminalità. I vigili servono ad altro
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La Cgil
Gli agenti di polizia locale dirottati su attività che offrono l’illusione di una città sicura