Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Millantavano diplomi e requisiti Aspiranti bidelli nel mirino
La prima segnalazione da Garda: «Quasi tutti campani»
VENEZIA È partito tutto da una mail inviata dalla scuola primaria Floreste Malfer di Garda e destinata all’ufficio scolastico provinciale di Verona e quindi «girata» agli uffici di Venezia. L’istituto comprensivo non sarebbe stato il solo a notare l’anomalia nell’arrivo di tante candidature per il posto da bidello. Una situazione che ha trasformato il personale amministrativo della scuola in un team di detective per capire se quelle persone, residenti perlopiù in Campania, avessero davvero i titoli.«Colpa» della rivoluzione della terza fascia, quella parte di graduatoria che le scuole utilizzano per la chiamata diretta. Basta avere alcuni requisiti (tra cui il diploma delle superiori) per accedervi. Ma le regole sono cambiate per il triennio 2018 – 2021 e in molti – parrebbe – sono riusciti ad adeguare in tempi record il proprio curriculum. Una sfilza di cento alla maturità, la maggior parte provenienti da un singolo istituto paritario. Non solo: per essere ammessi alla terza fascia occorre anche aver già lavorato in una scuola, come collaboratori scolastici o come segretari, per almeno trenta giorni. E qui il vero mistero: in molti hanno indicato scuole che risultano inesistenti. Ancora una volta, gli uffici amministrativi della scuola di Garda hanno fatto una piccola indagine prima di procedere a una chiamata: è emerso che all’indirizzo degli istituti indicati c’erano, semplicemente, case private o condomini. Inevitabile, quindi, il controllino all’Inps. Il risultato è stato il seguente: in molti avevano sì contributi per un impiego di trenta giorni presso una scuola, ma… per un totale di trenta ore. In pratica avrebbero, il condizionale è d’obbligo, lavorato un’ora al giorno per un mese. Ma chi fa il bidello in questo modo? Ed è accettabile una candidatura del genere? È questo il quesito arrivato sul tavolo dell’Ufficio scolastico regionale. Con l’inevitabile sospetto che si tratti di una ricostruzione chirurgica dei requisiti per avere il posto della durata di tre anni.Del resto, quella del check – up dei curricula è diventata ormai una prassi. «Bidelli, segretari, insegnanti, assistenti amministrativi: i controlli di veridicità sui titoli del personale che arriva a scuola li abbiamo sempre fatti - precisa la preside dell’istituto alberghiero Barbarigo di Venezia, Rachele Scandella -. Su quanto dichiarato contattiamo le scuole, ci facciamo dare gli attestati, i registri con le firme, eccetera. L’amministrazione li fa da sempre questi controlli». Non è una novità. E non lo è neanche che qualcuno, e non solo bidelli, non sia in regola, che dichiari il falso, che presenti titoli di dubbia provenienza. Il più delle volte la difficoltà è recuperare i registri firma dalle scuole che hanno rilasciato gli attestati. In seguito alla segnalazione veronese, l’ufficio scolastico regionale ha diramato una circolare. Anche in questo caso, non è la prima del genere. Del resto, anche negli ultimi anni i controlli della finanza non sono mancati. «Quando e se riscontriamo delle anomalie - spiega la dirigente Scandella - contattiamo le forze dell’ordine. Se una scuola che ha rilasciato un attestato di qualunque genere non ci fornisce le carte necessarie non possiamo fare altro. Si fa l’esposto alla Procura della Repubblica che poi indaga».