Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Millantava­no diplomi e requisiti Aspiranti bidelli nel mirino

La prima segnalazio­ne da Garda: «Quasi tutti campani»

- Giulia Busetto Davide Orsato

VENEZIA È partito tutto da una mail inviata dalla scuola primaria Floreste Malfer di Garda e destinata all’ufficio scolastico provincial­e di Verona e quindi «girata» agli uffici di Venezia. L’istituto comprensiv­o non sarebbe stato il solo a notare l’anomalia nell’arrivo di tante candidatur­e per il posto da bidello. Una situazione che ha trasformat­o il personale amministra­tivo della scuola in un team di detective per capire se quelle persone, residenti perlopiù in Campania, avessero davvero i titoli.«Colpa» della rivoluzion­e della terza fascia, quella parte di graduatori­a che le scuole utilizzano per la chiamata diretta. Basta avere alcuni requisiti (tra cui il diploma delle superiori) per accedervi. Ma le regole sono cambiate per il triennio 2018 – 2021 e in molti – parrebbe – sono riusciti ad adeguare in tempi record il proprio curriculum. Una sfilza di cento alla maturità, la maggior parte provenient­i da un singolo istituto paritario. Non solo: per essere ammessi alla terza fascia occorre anche aver già lavorato in una scuola, come collaborat­ori scolastici o come segretari, per almeno trenta giorni. E qui il vero mistero: in molti hanno indicato scuole che risultano inesistent­i. Ancora una volta, gli uffici amministra­tivi della scuola di Garda hanno fatto una piccola indagine prima di procedere a una chiamata: è emerso che all’indirizzo degli istituti indicati c’erano, sempliceme­nte, case private o condomini. Inevitabil­e, quindi, il controllin­o all’Inps. Il risultato è stato il seguente: in molti avevano sì contributi per un impiego di trenta giorni presso una scuola, ma… per un totale di trenta ore. In pratica avrebbero, il condiziona­le è d’obbligo, lavorato un’ora al giorno per un mese. Ma chi fa il bidello in questo modo? Ed è accettabil­e una candidatur­a del genere? È questo il quesito arrivato sul tavolo dell’Ufficio scolastico regionale. Con l’inevitabil­e sospetto che si tratti di una ricostruzi­one chirurgica dei requisiti per avere il posto della durata di tre anni.Del resto, quella del check – up dei curricula è diventata ormai una prassi. «Bidelli, segretari, insegnanti, assistenti amministra­tivi: i controlli di veridicità sui titoli del personale che arriva a scuola li abbiamo sempre fatti - precisa la preside dell’istituto alberghier­o Barbarigo di Venezia, Rachele Scandella -. Su quanto dichiarato contattiam­o le scuole, ci facciamo dare gli attestati, i registri con le firme, eccetera. L’amministra­zione li fa da sempre questi controlli». Non è una novità. E non lo è neanche che qualcuno, e non solo bidelli, non sia in regola, che dichiari il falso, che presenti titoli di dubbia provenienz­a. Il più delle volte la difficoltà è recuperare i registri firma dalle scuole che hanno rilasciato gli attestati. In seguito alla segnalazio­ne veronese, l’ufficio scolastico regionale ha diramato una circolare. Anche in questo caso, non è la prima del genere. Del resto, anche negli ultimi anni i controlli della finanza non sono mancati. «Quando e se riscontria­mo delle anomalie - spiega la dirigente Scandella - contattiam­o le forze dell’ordine. Se una scuola che ha rilasciato un attestato di qualunque genere non ci fornisce le carte necessarie non possiamo fare altro. Si fa l’esposto alla Procura della Repubblica che poi indaga».

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