Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I parlamentari Ue stesi a terra Borrelli: «Ero a 50 metri»
VENEZIA C’è la pasionaria del Carroccio Mara Bizzotto che, livida, i lineamenti tirati di una notte insonne, in un video girato al parlamento di Strasburgo spiega: «Il primo pensiero è stato per mio marito e i miei genitori, li ho chiamati per rassicurarli. È stata una notte di pura follia, siamo in guerra, una bruttissima e infame guerra. Il fondamentalismo islamico è il vero Impero del Male». In hotel lei è tornata alle 2 e mezzo del mattino ma le sliding doors, il macabro gioco delle coincidenze, l’ha risparmiata. Stava uscendo per raggiungere un collega e un gruppo di giovani sostenitori della Lega veneti ed emiliani in visita quando una telefonata l’ha avvertita. Avrebbero cenato in piazza Kléber, quella dei mercatini di Natale, quella degli spari e del sangue. «Graziati» anche i 40 giovani leghisti. «Fra loro - spiega il deputato Erik Pretto - anche tre vicentini, si sono salvati perché il loro autista era in ritardo». I volti e le parole degli europarlamentari veneti scampati all’attacco si accavallano, a tratti si sovrappongono. Fra i primi a intervenire Flavio Zanonato che martedì sera spiegava: «chiusi in mensa da 4 ore» . La stanchezza che allenta i freni inibitori e il garbo politico che viene comprensibilmente meno: «Sono dei bastardi che sfregiano la quotidianità esplode l’azzurra Elisabetta Gardini reduce dalla votazione sulla raccomandazione che tratta proprio di terrorismo su cui ha lavorato un anno e mezzo - Alle 20 ero in auto diretta al mio hotel e l’autista mi ha detto che stava succedendo qualcosa. Oggi (ieri ndr) mio figlio compie 28 anni, l’età del giornalista trentino che lotta fra la vita e la morte. È inammissibile, dobbiamo rafforzare l’Europol e la condivisione dei dati».
Chi ha davvero visto la morte in faccia è stato il trevigiano David Borrelli (ex M5s). «Con i miei 2 assistenti avevamo appena lasciato il mercatino di Natale quando un agente con la pistola in pugno ci è corso incontro spingendoci in una galleria commerciale. Eravamo a non più di 50 metri dalla sparatoria, era appena successo. Siamo sbucati proprio in piazza Kléber ma nella direzione opposta a quella in cui fuggiva l’attentatore. Poi ci hanno fatto rifugiare in un centro commerciale. Eravamo 50-60 persone, prima siamo stati nel seminterrato, al buio e suonerie spente per due ore, poi ci hanno spostato al secondo piano tenendoci sempre lontani dalle finestre, stesi a terra, sempre al buio. Tutti hanno mantenuto la calma, solo una ragazza voleva uscire, presa dal panico, ma le abbiamo spiegato che avrebbe corso il rischio di essere colpita dalla polizia. Il terrorismo è quella cosa a cui non pensi davvero finché non ti capita. Ieri non ho ben realizzato, paradossalmente sto peggio oggi che ieri sera (ieri rispetto a martedì ndr)». In città c’era anche un gruppo di giornalisti veneti in visita alla plenaria del parlamento, sono tutti illesi.
Borrelli Salvati da un agente, situazione irreale, sto metabolizzando ora
Bizzotto
Il fondamentalismo islamico è l’Impero del Male del XXI secolo