Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Salvaguardia ministero e 5s chiedono chiarimenti
Il Movimento 5 Stelle chiede chiarimenti alla commissione di Salvaguardia sul via libera dato allo scavo del Canale dei Petroli nonostante la perentoria richiesta del ministero dell’Ambiente di soprassedere. «Da quando siamo stati eletti abbiamo chiesto al dicastero la massima attenzione sullo scavo, il deposito dei fanghi e il possibile effetto di subsidenza conseguente al dragaggio – spiega la senatrice Orietta Vanin – E la comunicazione del ministero che chiedeva di sospendere l’esame del progetto era perentoria. Ma evidentemente la volontà era altra ed è stata forzata. Abbiamo dunque chiesto chiarimenti alla commissione di Salvaguardia e stiamo effettuando le opportune verifiche». Le verifiche le sta facendo anche il ministero dell’Ambiente e tutti i componenti della Commissione ne sono a conoscenza perché la missiva inviata l’altro giorno dal direttore generale Giuseppe Lo Presti lo dice chiaro e tondo: «Attese le segnalazioni prevenute in merito a questo ufficio, sono state già avviate delle attività di verifica». Il «merito» è questo: il progetto per lo scavo del Canale dei Petroli, il trasferimento dei fanghi di dragaggio a Dogaletto (che è area non di discarica ma di rinaturalizzazione) e la creazione di una nuova riva con un palancolato di metallo lungo 1,3 chilometri intorno alla cassa di colmata non sono mai stati sottoposti alla procedura di Valutazione di Impatto ambientale (Via). Per la Salvaguardia è sufficiente la procedura di incidenza ambientale (Vinca) in quanto lo scavo, il marginamento e la posa del pietrame a protezione delle rive sono considerati uno stralcio attuativo di un precedente progetto. E nonostante il richiamo del ministero a considerare la Vinca un dentro un procedimento Via che spetta a Roma, che mai è stata interpellata, si è ritenuto che i lavori da 15 milioni di euro non potessero attendere oltre. Lo scavo del Canale dei petroli è funzionale all’agibilità del porto di Venezia ed è stato salutato come opera necessaria dall’Autorità Portuale, dal sindaco di Venezia e da Confindustria. Italia Nostra ha già annunciato ricorso al Tar e ora si attende che il ministero dell’Ambiente concretizzi gli annunciati controlli sulla procedura e l’acquisizione di documenti. Intanto, a Chioggia è scoppiato il caso del voto favorevole dato dal rappresentante del Comune. «Mi dissocio dall’espressione di voto che non rispecchia le volontà dell’amministrazione – scandisce il sindaco 5s Alessandro Ferro - Non siamo stati consultati dal nostro rappresentante in un momento così delicato. Andava rinviata la decisione come indicato dal ministero». (mo.zi.)