Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Nessuna minaccia diretta al Veneto»
Il capo dell’antiterrorismo: «Nessuna minaccia diretta»
VENEZIA «Ogni volta, rivivo quel 13 novembre 2015, fa male, il dolore è pazzesco», ammette Corrado Ravagnani, papà di Andrea, il fidanzato di Valeria Solesin, morta tre anni fa nella strage del teatro Bataclan, e di Chiara, entrambi presenti al concerto degli Eagles of death metal che cambiò la loro vita per sempre.
L’attentato terroristico di Strasburgo riapre vecchie ferite mai rimarginate.
«Andrea sta un po’ meglio» racconta papà Corrado da Dro, in Trentino, dove vive e dove la veneziana Solesin andava spesso con il fidanzato. «Lui e Chiara sono seguiti da una specialista, vive ancora a Parigi, nella stessa casa che condivideva con Valeria».
Ravagnani spera che in futuro si trovi una «soluzione definitiva» al terrorismo islamico. Ma, anche alla luce di quanto accaduto in Francia, non è ottimista. «Non si è fatto nulla in questi anni, i governi non fanno nulla: perché non bastano certo un paio di militari a presidiare i siti a rischio... Non bastano, va fatto di più - si sfoga - tra un paio d’anni, se continua così, non avremo più i nostri mercatini di Natale: serve un intervento drastico».
In queste ore le prefetture del Veneto hanno ordinato un innalzamento dei controlli da parte di polizia e carabinieri. Si presidiano i monumenti, gli eventi pubblici e - appunto - i mercatini che nel periodo natalizio richiamano migliaia di persone. Poi toccherà vigilare anche sulle feste di Capodanno, nelle piazze e nelle discoteche. I reparti speciali sono già in azione, e lo stesso vale per gli uomini dell’esercito.
Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, a capo dell’Antiterrorismo del Veneto, allarga le braccia: «Non abbiamo segnali di particolari attività rivolte alla nostra regione da parte degli estremisti islamici», assicura. Anche il fotomontaggio circolato nelle scorse settimane sui canali Telegram legati all’Isis - che mostrava un terrorista a Venezia e la bandiera nera dello Stato Islamico sulla cupola della Madonna della Salute viene interpretato come «normale» propaganda, piuttosto che una minaccia vera e propria alla città. «Certo, non si può controllare ogni singola calle - ammette il procuratore - Il problema maggiore è rappresentato dai cosiddetti “lupi solitari”, che possono agire autonomamente e arrivare nel nostro territorio anche dall’estero. Proprio per questo sono difficili da monitorare. Ma ribadisco che a questa procura non risulta alcuna minaccia imminente rivolta al Veneto».