Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ca’ Farsetti, libertà di parola solo al sindaco Approvato il regolamento del Consiglio. La maggioranza: più efficenza. L’opposizione: meno democrazia
VENEZIA Meno tempo per i consiglieri, campo aperto per il sindaco, che potrà intervenire quando e quanto vorrà, senza temere repliche. Il nuovo regolamento del consiglio comunale è stato approvato ieri con i soli voti della maggioranza (22 a 12) con l’opposizione compatta a votare contro. «Un lavoro intenso, importante, necessario», ha detto la presidente Ermelinda Damiano, prima proponente del nuovo regolamento. Quello che per i consiglieri fucsia, di Forza Italia e Lega è un passo avanti nello snellimento delle attività dell’amministrazione, per gli altri (Pd, M5s e lista Casson) è «l’ennesima dimostrazione della volontà della maggioranza di spadroneggiare in Comune, riducendo gli spazi di confronto e democrazia». Il testo passato alla prova del voto, in realtà, è molto ammorbidito rispetto alla bozza di tredici mesi fa, dove erano presenti limitazioni alla presenza dei cittadini in sala consiliare, alla videoregistrazione delle sedute, e che riduceva gli interventi dei consiglieri a tre minuti, contro i cinque attuali. Sui tempi si è trovata la mediazione – 4 minuti – le altre norme sono state stracciate. Eliminati anche i «canguri», che avrebbero permesso di discutere e licenziare in un colpo solo intere tranche di emendamenti; passano invece le proposte dell’opposizione per mettere online i verbali delle sedute di consiglio e le registrazioni audio delle commissioni; via libera anche alla traduzione in lingua dei segni per alcune sessioni di consiglio, ma grande scontento tra la minoranza per la decisione di declinare solo al maschile cariche e ruoli: «Una Meno tempo di parola per i consiglieri e campo aperto invece per il sindaco scelta assurda, specie da parte del consiglio comunale con più donne di sempre», ha rimarcato la capogruppo Pd Monica Sambo. A sollevare più obiezioni, comunque, è l’impianto del regolamento: «In tre anni la maggioranza non ha mai avuto difficoltà a mandare avanti la sua agenda politica e amministrativa, in 70 sedute il ricorso alle convocazioni di riserva è stato minimo – ha ricordato Rocco Fiano (Casson) – Eppure si limitano i consiglieri, mentre il sindaco viene lasciato libero di parlare in qualsiasi momento, senza che sia ammessa alcuna replica».
Per le domande c’è solo il nuovo «question time», prima della seduta, aperto al pubblico e utile a liquidare le interrogazioni a risposta orale. «Il vero ostruzionismo lo fa la giunta, che lascia marcire interpellanze per anni», incalza Davide Scano (M5s). «Dopo 23 incontri in commissione e 150 emendamenti credevo si fosse instaurato un clima di collaborazione – dice Saverio Centenaro di Fi – Invece l’opposizione ha votato contro comunque, una scelta che lascia l’amaro in bocca».