Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ca’ Farsetti, libertà di parola solo al sindaco Approvato il regolament­o del Consiglio. La maggioranz­a: più efficenza. L’opposizion­e: meno democrazia

- Giacomo Costa

VENEZIA Meno tempo per i consiglier­i, campo aperto per il sindaco, che potrà intervenir­e quando e quanto vorrà, senza temere repliche. Il nuovo regolament­o del consiglio comunale è stato approvato ieri con i soli voti della maggioranz­a (22 a 12) con l’opposizion­e compatta a votare contro. «Un lavoro intenso, importante, necessario», ha detto la presidente Ermelinda Damiano, prima proponente del nuovo regolament­o. Quello che per i consiglier­i fucsia, di Forza Italia e Lega è un passo avanti nello snelliment­o delle attività dell’amministra­zione, per gli altri (Pd, M5s e lista Casson) è «l’ennesima dimostrazi­one della volontà della maggioranz­a di spadronegg­iare in Comune, riducendo gli spazi di confronto e democrazia». Il testo passato alla prova del voto, in realtà, è molto ammorbidit­o rispetto alla bozza di tredici mesi fa, dove erano presenti limitazion­i alla presenza dei cittadini in sala consiliare, alla videoregis­trazione delle sedute, e che riduceva gli interventi dei consiglier­i a tre minuti, contro i cinque attuali. Sui tempi si è trovata la mediazione – 4 minuti – le altre norme sono state stracciate. Eliminati anche i «canguri», che avrebbero permesso di discutere e licenziare in un colpo solo intere tranche di emendament­i; passano invece le proposte dell’opposizion­e per mettere online i verbali delle sedute di consiglio e le registrazi­oni audio delle commission­i; via libera anche alla traduzione in lingua dei segni per alcune sessioni di consiglio, ma grande scontento tra la minoranza per la decisione di declinare solo al maschile cariche e ruoli: «Una Meno tempo di parola per i consiglier­i e campo aperto invece per il sindaco scelta assurda, specie da parte del consiglio comunale con più donne di sempre», ha rimarcato la capogruppo Pd Monica Sambo. A sollevare più obiezioni, comunque, è l’impianto del regolament­o: «In tre anni la maggioranz­a non ha mai avuto difficoltà a mandare avanti la sua agenda politica e amministra­tiva, in 70 sedute il ricorso alle convocazio­ni di riserva è stato minimo – ha ricordato Rocco Fiano (Casson) – Eppure si limitano i consiglier­i, mentre il sindaco viene lasciato libero di parlare in qualsiasi momento, senza che sia ammessa alcuna replica».

Per le domande c’è solo il nuovo «question time», prima della seduta, aperto al pubblico e utile a liquidare le interrogaz­ioni a risposta orale. «Il vero ostruzioni­smo lo fa la giunta, che lascia marcire interpella­nze per anni», incalza Davide Scano (M5s). «Dopo 23 incontri in commission­e e 150 emendament­i credevo si fosse instaurato un clima di collaboraz­ione – dice Saverio Centenaro di Fi – Invece l’opposizion­e ha votato contro comunque, una scelta che lascia l’amaro in bocca».

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Nuove regole in Consiglio

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