Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Convento-hotel: striscioni e proteste ma il Comune vota il cambio d’uso
Ieri il via libera, 6 stanze anche nelle ali dell’edificio. Le altre ipotesi
VENEZIA Un nuovo palazzo che diventa albergo con il sì di Ca’ Farsetti e la protesta si infiamma. L’ Assemblea Sociale per la Casa, gli universitari di Lisc e Gruppo 25 aprile ieri mattina si sono dati appuntamento davanti all’ex convento delle suore di San Giuseppe di Rivalba a due passi dal Ghetto per gridare no all’apertura di nuovi alberghi a scapito della residenzialità. Sotto accusa stavolta è il mondo ecclesiastico: conventi ed edifici religiosi si svuotano e diventano camere per turisti, l’ultimo potrebbe essere palazzo Seriman, ex asilo e convento delle ancelle di Gesù Bambino. «Venezia messa in vendita» recitava sfruttando il gioco di parole lo striscione dei manifestanti. «Nel quartiere delle Calesele a pochi metri da questo ex convento ci sono decine di case pubbliche vuote da anni, e alcune da anni restaurate coi soldi pubblici e non ancora assegnate – dice l’Asc Vogliamo che i soldi che il Comune ha incassato tramite il cambio d’uso già concesso, siano investiti in politiche per la residenzialità e il welfare».
L’ex convento delle suore di Rivalba è albergo grazie al sì del Comune: ieri il Consiglio con i soli voti della maggioranza e il secco no delle opposizioni ha dato il via libera al cambio d’uso in alberghiero di due ali dell’edifico. Pochi metri quadrati: 232 che diventeranno 6 camere da aggiungere alle 17 del corpo centrale, edificio che già aveva il permesso per diventare albergo.
Il Comune incasserà 114mila euro come «bilanciamento tra interessi pubblici e convenienza del privato» più 8mila euro come oneri di urbanizzazione e contributo di costruzione. L’iter, sostiene la giunta, era iniziato nell’aprile 2017, prima della delibera con cui l’amministrazione ha bloccato i cambi d’uso automatici per far passare ogni caso al vaglio del consiglio comunale. Le suore di Rivalba avevano già ottenuto il cambio d’uso nel marzo 2017.
Ieri al momento del voto a Ca’ Farsetti è andato in scena lo scontro tra maggioranza e opposizione. Da un lato il fucsia Saverio Centenaro ha spiegato che la maggioranza nonostante la delibera che ferma i cambi automatici non hai mai detto che ci sarà un blocco per i nuovi alberghi. «Di fatto i fucsia hanno mentito, avevano parlato di stop a nuovi alberghi ma non è così – sbotta la consigliera Pd Monica Sambo – questo voto poteva essere un segnale politico a favore della residenzialità». Alzano la voce anche i consiglieri del M5s: anche loro chiedevano al consiglio comunale un segnale politico contro lo spopolamento. «La maggioranza si è fatta scudo usando come argomentazione il fatto che il cambio d’uso è stato chiesto prima della delibera di blocco – spiegano i consiglieri – invece era necessario dare un segnale forte». Il prossimo albergo potrebbe essere ora palazzo Seriman. L’asilo è chiuso da oltre un anno, le suore sono poche e il palazzo ha alti costi de gestione. La curia ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione così il palazzo presto potrebbe finire sul mercato. Inutile non pensare come destinazione d’uso quella alberghiera viste le dimensioni e la posizione strategica. Sono stati diversi, del resto, i conventi diventati alberghi negli ultimi anni. E’ successo a Sant’Elena per il convento e scuola delle Mantellate che si è trasformato in un quattro stelle della catena Best Western. Per un edificio dei Cavanis all’Accademia diventato dependance dell’Hotel Bella Venezia. Altri casi sono al Lido: l’asilo delle suore di Maria Bambina a Malamocco è da anni albergo e lo stesso per il complesso delle Canossiane in piazzale della Chiesa.