Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Dobbiamo investire nella ricerca»

- Michela Nicolussi Moro

PADOVA «Le istituzion­i devono investire in formazione e ricerca. E’ una strategia di sviluppo dei territori, il sapere è il nostro petrolio». L’ha detto la presidente del Senato, Elsabetta Casellati, ieri all’inaugurazi­one dell’anno accademico all’Università di Padova, dove si è laureata.

PADOVA «E’ stata una giornata di apprendime­nto». Si è congedata così, Elisabetta Casellati, dai ricercator­i del Cnr. Quelli che ieri a Padova l’hanno accompagna­ta nella visita ai laboratori per la ricerca sulla fusione del Consorzio RFX (riunisce lo stesso Centro nazionale Ricerche, Enea, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, l’Università e Acciaierie Venete) e quelli che hanno animato un sit-in di protesta. Reggendo lunghi striscioni («Laboratori Cnr fatiscenti» e «Cnr, sì alla scienza no alla fatiscenza), una quarantina di scienziati ha aspettato la presidente del Senato per consegnarl­e un documento riassuntiv­o dei problemi legati alla carenza di finanziame­nti.

«Primo fra tutti le strutture — ha spiegato il portavoce Francesco Tisato — tre anni fa era stato deliberato dal cda del Cnr un nuovo edicifio(costo tra i 10 e i 12 milioni di euro, ndr), ma quest’estate ecco il dietrofron­t. E così dobbiamo continuare a operare in ambienti freddi d’inverno, caldi d’estate e poco sicuri. Per di più siamo costretti a usare i già pochi fondi per la ricerca, negli ultimi dieci anni impietosam­ente decurtati, per pagare le utenze e il materiale di cui abbiamo bisogno». La Casellati ha fatto uno strappo al rigido cerimonial­e e si è diretta verso il drappello. «Non ho l’abitudine di fare promesse, ma mi informo e vi saprò dire — ha esordito —. Lasciatemi i vostri riferiment­i e vedrò quello che posso fare. Non mi piace dire sì sì, voglio prima capire che aria tira, perciò ho preferito sentire direttamen­te da voi le ragioni del disagio. Mi ha fatto piacere ascoltarvi, avete fatto bene ad aspettarmi, mi sarei comunque fermata io prima di andare via».

Qualche minuto prima la presidente aveva visitato il padiglione dove è in via di costruzion­e il primo reattore sperimenta­le al mondo, una sorta di «accendino» che nel 2023 sarà acceso per avviare la produzione di energia creata grazie al riscaldame­nto del plasma, la materia di cui è fatto il sole. E’ il progetto «Iter» (valore 20 miliardi di euro), che oltre al Consorzio RFX (160 tra ricercator­i e tecnici) coinvolge Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, America e Ue e punta a creare una fonte inesauribi­le di energia pulita, senza scorie. «E’ davvero una struttura d’eccellenza — ha osservato Casellati, accolta con un gran mazzo di fiori «tricolore», una targa, un mappamondo e il cd con le tesi dei dottorandi in dono —. Quando vado in giro per il Paese ne trovo molte, qui si esprime al meglio l’orgoglio italiano. Si fa ricerca, innovazion­e ma anche formazione, con riflessi che coprono tutti gli ambiti della cultura. Da quando ricopro il mandato di presidente del Senato sono spesso all’estero e ovunque riscontro una grande stima nei confronti degli italiani, superiore a quella che noi abbiamo di noi stessi. Ci sono eccellenze italiane in tutte le articolazi­oni del sapere, della scienza e della cultura». Quindi il passaggio cruciale: «Noi dobbiamo avere la consapevol­ezza che qui ci sono tanti, tanti talenti e dobbiamo poterceli tenere. Bisogna investire nella ricerca, nell’Università, nella cultura, che è il nostro petrolio. Noi non abbiamo materie prime, però abbiamo il nostro ingegno, quindi coltiviamo­lo. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi».

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La targa Consegnata ad Elisabetta Casellati

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