Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il finto chirurgo in carcere per 30 giorni

La conferma dal Kosovo: non è medico. Accusato di esercizio abusivo e truffa

- A. Zo.

VENEZIA Matteo Politi resterà in carcere altri trenta giorni. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Bucarest nella tarda serata di giovedì, accogliend­o la richiesta della pubblica accusa contro il 39enne veneziano scoperto ad operare come chirurgo plastico in Romania senza averne i titoli, come avrebbe confermato anche l’Ordine dei medici del Kosovo, il paese in cui sosteneva di essersi laureato. Intanto proseguono le indagini sul finto medico.

VENEZIA Matteo Politi resterà in carcere altri trenta giorni. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Bucarest nella tarda serata di giovedì, accogliend­o la richiesta della pubblica accusa contro il 39enne veneziano scoperto ad operare come chirurgo plastico in Romania senza averne i titoli, come avrebbe confermato anche l’Ordine dei medici del Kosovo, il paese in cui sosteneva di essersi laureato. In questo mese ovviamente proseguira­nno le indagini nei confronti dell’uomo, che in Romania si faceva chiamare «dottor Matthew Mode»: per ora è accusato di esercizio abusivo della profession­e e truffa, anche perché avrebbe subaffitta­to degli spazi di una clinica che non erano suoi, ma fonti della polizia hanno spiegato che nel caso in cui alcuni pazienti da lui curati male si facessero avanti, potrebbe essergli contestato anche il gravissimo reato di tentato omicidio. Con Politi-Mode in cella, non ci sarà pericolo di inquinamen­to delle prove.

Politi era già stato «pizzicato» a esercitare senza abilitazio­ne in Italia, dopo che aveva effettuato alcuni turni in strutture del Veronese e del Bresciano. Nel 2010 era stato smascherat­o e nel 2011 con l’avvocato Silvia Sanna aveva deciso di patteggiar­e un anno e mezzo, d’accordo con la procura scaligera. Ora la procura romena ha deciso di chiedere al tribunale di Verona gli atti di quel procedimen­to. Poi però pareva che Politi avesse messo la testa a posto. Si era spostato per alcuni anni a Londra, almeno fino al 2016: aveva raccontato che stava lavorando per sbarcare il lunario. Quindi si era trasferito in Romania. I genitori, che vivono a Marghera, non li aveva praticamen­te più visti, ma ogni tanto li chiamava al telefono. Di certo loro non sapevano che stava commettend­o lo stesso errore e ora sono distrutti per la sorte del loro figlio unico. La compagna veronese dell’epoca, con cui aveva avuto un figlio, l’aveva lasciato subito dopo lo scandalo. Ora, fuori dal tribunale nel giorno del processo, si è vista la nuova compagna romena che l’ha difeso: «Ha tutti i titoli».

All’epoca della prima truffa, nel 2010, la polizia municipale aveva scoperto che non solo Politi non era laureato, ma non aveva nemmeno il diploma superiore, bensì solo la terza media. Ora lui sosteneva di essere laureato all’Università di Pristina e di avere delle specializz­azioni negli Stati Uniti. Ma ieri dal Kosovo è arrivata la doccia gelata: l’Ordine (che lì si chiama Camera) dei medici ha infatti detto che non risulta alcun titolo, pur lasciando un piccolo margine di dubbio per il fatto che una parte del territorio kosovaro risponde alla Serbia e non è stato possibile verificare se ci sia qualche documento lì. Quel che è certo è che non risulta che abbia frequentat­o l’università nella capitale. Tra l’altro ieri la stampa romena «sparava» pure la notizia che l’avvocato citato da Politi e che l’avrebbe aiutato a ottenere i documenti necessari a esercitare non sarebbe nemmeno lui iscritto all’albo.

Politi nell’ultimo anno avrebbe lavorato per quattro cliniche private di Bucarest, operando decine di pazienti, in particolar­e con iniezioni di botox, ma anche interventi più complessi come mastoplast­ica o rinoplasti­ca. Una paziente ha raccontato che le avrebbe distrutto il naso («sembrava una cotoletta»), un’altra dopo l’intervento al seno è dovuta andare da un altro medico, rischiando che non fosse possibile rimediare. Mercoledì è stato fermato al confine con l’Ungheria.

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