Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ospedale senza insulina, muore veneziano

Venezuela allo stremo. Italo Carli abitava al Lido, era diventato giudice

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VENEZIA È morto per una banale crisi diabetica, altrove avrebbe potuto combatterl­a facilmente con una dose di insulina, ma non nel Venezuela conteso tra Maduro e Guaidò, dove persino gli ospedali di una delle città più popolose del Paese come Valencia hanno da tempo finito le scorte e non valgono né assicurazi­oni, né ticket sanitari. Italo Carli era nato in Venezuela, ma suo padre era italiano, la sua famiglia ancora si trova nel Veneziano: il cugino, l’avvocato Marco Sitran, è uno degli alfieri della separazion­e tra Venezia e Mestre. «Italo era avvocato, giudice onorario, non aveva problemi economici ed è sempre stato in grado di fare fronte alle spese mediche che il suo diabete imponeva — spiega Sitran — Il problema è che in questo momento i farmaci non ci sono per nessuno, non importa quanti soldi si sia disposti a pagare. Lui era ricoverato in ospedale a Valencia con servizi teoricamen­te all’avanguardi­a. Invece è tutto paralizzat­o». Carli aveva passaporto venezuelan­o, perché era nato e cresciuto in sudamerica, ma il padre era italiano: marinaio su una nave mercantile, durante la seconda guerra mondiale finì in mezzo ad un blocco, venne arrestato assieme a tutto il suo equipaggio e fu così costretto a passare diversi anni in un carcere del Venezuela. Si innamorò di una infermiera carceraria e, non appena poté lasciare la cella, i due si sposarono ed ebbero cinque figli. Era rimasto comunque legato alle sue radici mediterran­ee, fu forse per questo che quando fu il momento di decidere il suo percorso di studio si trasferì in Italia: per dodici anni prese casa al Lido, mentre seguiva i corsi di giurisprud­enza prima a Padova, quindi a Ferrara. Laureatosi, tornò in Venezuela. (gi. co.)

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