Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dall’Australia al Giappone, tassa per chi sbarca

Ticket anche alle Baleari e ad Amsterdam. Venezia incontra ferrovie e crociere

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VENEZIA In Australia la Passenger Movement Charge esiste dal 1978, oggi il suo costo sfiora i 38 euro per chi arriva in nave o in aereo. Il Giappone dal 7 gennaio ha introdotto una «tassa sulle partenze» applicabil­e a tutti, giapponesi e non, del valore di diecimila yen pari a circa 7 euro e mezzo. E alcune città come Tokyo e Osaka hanno anche la tassa di soggiorno. Per non andare troppo lontano basta fermarsi alle isole Baleari, che hanno introdotto una «eco tax» di due euro per i croceristi, anche se non soggiornan­o nell’isola, consideran­o che per gli altri c’è la tassa di soggiorno. Perché gran parte dei Paesi puntano sulle imposte turistiche per raccoglier­e qualche milione di euro per la pulizia e pagare i servizi della città.

Il rapporto della European Tour Operators Associatio­n integrato con le documentaz­ioni di alcune città, scatta una fotografia di un sistema variegato che punta soprattutt­o sull’alloggio/soggiorno ma che si sta cominciand­o a spostare sulla tassa di sbarco, che Venezia introdurrà da maggio. D’accordo, il sindaco Luigi Brugnaro ha ribadito che più che è una tassa è un «contributo di accesso» come lo definisce la legge, perché serve per la salvaguard­ia e la pulizia della città. Ce l’ha anche Londra (ogni volo in partenza è soggetto ad una tassa aeroportua­le di 13 sterline) e Amsterdam che oltre all’imposta di soggiorno (Toeristenb­elasting) del 7 per cento (in base al prezzo della camera), dall’1 gennaio ha attivato il contributo di 8 euro per i crocierist­i in transito al porto.

Venezia ha presentato il suo piano modulato in quattro tariffe (a seconda della stagionali­tà e dell’afflusso turistico) da tre a dieci euro, con sconti (a chi soggiorna negli alberghi del litorale), esclusioni (residenti, lavoratori e studenti) e una raffica di esenzioni che arrivano a coprire 19 categorie. In questi giorni Ca’ Farsetti ha cominciato a rapportars­i con i vettori, dalle compagnie ferroviari­e a quelle di crociera, per poter arrivare ad un’intesa condivisa sulle modalità, anche se pare appurato ormai che il contributo di sbarco vada direttamen­te ad inserirsi nel costo del biglietto, aprendo la porta alle esenzioni.

L’elemento comune in tutta Europa, ma anche in buona parte del mondo, è la tassa di soggiorno che a Venezia in sostanza si articola tra 1 e 5 euro. In Belgio ad esempio ci sono una serie di tasse turistiche che variano a seconda dalla città, in Bulgaria non supera l’euro e mezzo, in Croazia si ferma a uno a notte, così come a Lisbona (mentre a Porto è di due). In Francia c’è la Taxe de Sejour che varia in base alla qualità di hotel ed alloggi da 0,20 a 4 euro, mentre Parigi addebita un extra del 10 per cento. Berlino addebita il 5 per cento della tariffa della camera, Londra sta discutendo di una tassa di soggiorno da 1 a 3 euro circa, per recuperare risorse per servizi, parcheggi e promuovere il turismo in più giornate. ( f. b.)

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