Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sms alla cugina «La faccio finita» Poi lo schianto
Indagini sulla morte di Jessica Dell’Innocenti
CARBONERA Un sms poco prima di schiantarsi sul muro. Poche parole quelle scritte da Jessica Dell’Innocenti alla cugina: aveva deciso di farla finita. Sono ora proprio quelle parole a rafforzare l’ipotesi che l’incidente di venerdì sera in cui ha perso la vita la parrucchiera 18enne, sia stato il frutto di un gesto premeditato per mettere fine al dolore che portava con sé. I rilievi della polizia stradale di Treviso non hanno ancora permesso di ricostruire la dinamica non è ancora stata accertata. Anche se ci sono quelle parole fissate per sempre in un sms, non è comunque stato chiarito se davvero l’uscita di strada sia stata un atto volontario o se invece la conseguenza della disperazione del momento, così forte da indurla a scrivere alla cugina di volersi uccidere. L’incidente si è verificato poco dopo le 19 di venerdì: Jessica era sulla sua Fiat Punto e, da quanto per ora accertato, viaggiava a velocità sostenuta. Avrebbe quindi imboccato il rettilineo di via Spercenigo, una strada lunga che improvvisamente s’incurva a sinistra. Una svolta che l’auto della giovane non ha però compiuto, ha invece continuato dritta la corsa contro il muretto della Silcart. L’impatto è stato inevitabilmente tremendo e non ha lasciato scampo alla ragazza. A nulla è servita, infatti, la corsa dei sanitari del Suem 118 arrivati sul posto in pochi minuti, la giovane che apparteneva a una nota famiglia di giostrai era figlia di Romeo, morto a 45 anni insieme a Giancarlo Garbin a bordo di un’Audi rubata, finita fuori strada durante la fuga seguita a un assalto a un bancomat a Roncade nel gennaio 2015. La 18enne, che in passato aveva vissuto in Friuli e nel Veneziano a Fossalta di Piave, da tempo si era stabilita con la mamma Paola e una sorellina più piccola a San Biagio. Lavorava come parrucchiera nel salone di Giada Pavan a Spercenigo, che ieri è rimasto chiuso per lutto. Una ragazza come tante, che forse portava nel cuore troppa sofferenza. (m. cit.)