Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Effetto Abruzzo La Lega «spinge» M5S sotto tiro

- (r.piv. - m.za.)

Il risultato, nettissimo, dell’ultima tornata elettorale in Abruzzo confina il M5s veneto nell’angolo, imbarazzat­o, del «no comment» ed esalta, invece, il Carroccio. Nel frattempo, Forza Italia dà un’accelerazi­one nella riorganizz­azione regionale del partito e si rivolge alla Lega: «Insieme si vince».

VENEZIA Visto dal Veneto, l’Abruzzo è bello o brutto. Dipende dal colore, non delle lenti ma delle tessere. Il giallo stellato, stinto dal voto a L’Aquila, ha poco da farsi piacere e zero voglia di raccontarl­o. Il verde leghista, con le regionali nella terra di mezzo, matura a febbraio tonalità primaveril­i e da primato: 27,8% di voti e partito di testa, lì dove nel 2014 non era arrivato neppure alla lista. Carroccio su e Movimento in planata: meno 200 mila voti e venti punti sotto le politiche 2018. Cambia qualcosa per il governo degli alleati lontani (quasi) su tutto e, in Veneto, divisi soprattutt­o sulle cose che contano, leggi autonomia, Tav, Pedemontan­a e politica del lavoro? «Non saprei...»; «Non ho ancora visto i numeri, sono impegnata in lavori a casa»; «regionali e politiche sono partite diverse...». Al campionari­o di «non commento» dalle voci pentastell­ate regionali, fa da contraltar­e la disponibil­ità del Carroccio. «L’alleanza di governo è frutto di un meccanismo elettorale nemmeno così elegante - dice Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale - ma in questo momento è anche l’unica possibilit­à all’interno del parlamento, stanti i numeri. Detto questo, c’è un contratto di governo e noi vogliamo che sia rispettato. L’analisi costi benefici andava fatta ma mi pare non sia stata condivisa. Se viene spedita prima alla Francia forse nel governo c’è qualche meccanismo che va ritarato, magari c’è qualche ministro che non ha capito come funziona…». Funziona che la Lega è primo partito in Abruzzo... «Nel governo c’è chi sta lavorando per mantenere le promesse. L’elettorato, che è sempre sovrano, ci riconosce concretezz­a». «È la vittoria di Matteo Salvini», chiosa Gianantoni­o Da Re, segretario veneto del Carroccio. Risultati tali da chiedere, magari, qualche giro nei ministeri strategici, per quanto Matteo Salvini abbia già allontanat­o l’eventualit­à? «Non sta a noi chiedere cambiament­i - riprende Ciambetti -, non sarebbe corretto». Da Re rafforza il concetto: «Sulle opere ci sono gli accordi sottoscrit­ti in dieci punti e gli accordi si rispettano». Intanto ricompare, speranzosa, Forza Italia . «Il buon viatico dell’Abruzzo sottolinea che il centrodest­ra unito vince» dice il coordinato­re regionale Davide Bendinelli. L’appello alla Lega è palese: dalle imminenti amministra­tive alle regionali 2020, Carroccio e FI viaggino insieme. «Abbiamo incontrato il governator­e Luca Zaia un paio di settimane fa spiega il coordinato­re azzurro - e abbiamo trovato sintonia sui prossimi appuntamen­ti elettorali». Dalla Lega qualcuno ride sotto i baffi, in molti pensano di poter vincere da soli. Intanto FI si riorganizz­a: Michele Zuin tesoriere, Piergiorgi­o Cortelazzo ai rapporti col centrodest­ra, Maurizio Conte (new entry con Marino Zorzato per riportare l’azzurro a Palazzo Ferro Fini) ai rapporti con la Regione, Dario Bond per l’organizzaz­ione e Francesca Zaccariott­o agli enti locali. La linea è chiara: alleanza con la Lega in Veneto, opposizion­e al governo legastella­to.

Gli azzurri serrano i ranghi e puntano a correre insieme alla Lega nel 2020

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