Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Non scordiamo le tragedie che hanno calpestato l’umanità»

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MESTRE Negli anni Cinquanta arrivarono nel territorio comunale in circa cinquemila e almeno duemila trovarono casa a Marghera. Non è un caso, insomma, che – come ha ricordato il presidente della Municipali­tà, Gianfranco Bettin - «qui abbiamo iniziato presto a ragionare e confrontar­ci sulla tragedia del confine orientale dell’Italia». Ieri mattina, in piazzale Martiri delle foibe, autorità, associazio­ni dei veterani (ma non Anpi) e istituzion­i hanno deposto la tradiziona­le corona di alloro

"Ciambetti E’ bello vedere che oggi siamo in tanti a queste cerimonie

davanti al cippo commemorat­ivo installato nel 2002 – due anni prima dell’istituzion­e del Giorno del Ricordo – per ricordare le vittime dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia, con il coro dei bambini delle scuole di Marghera a cantare l’inno d’Italia, «Va, pensiero», «Magazzino 18» di Simone Cristicchi, ma anche poesie e brani composti dagli esuli. «Abbiamo l’obbligo e la responsabi­lità di ricordare, per rendere giustizia a quanti hanno vissuto simili tragedie, ma anche per far capire ai giovani le conseguenz­e di tutte quelle scelte che hanno calpestato l’umanità», ha rimarcato la presidente del consiglio comunale, Ermelinda Le scuole di Marghera hanno animato la cerimonia Damiano. «Queste celebrazio­ni sono fondamenta­li, per decenni non si è voluto parlare di questi temi – ha sottolinea­to Alessandro Cuk, presidente dell’associazio­ne nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Oggi a le cose sono cambiate, ma ci sono in piedi ancora tante problemati­che». «Dieci anni fa partecipav­amo a iniziative contenute – ricordava Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale – Oggi è bello essere con tante persone e bambini». (gi.co.)

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Bambini

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