Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Crac Popolari, FI sfida il governo: «Nessun dirigente firmerà i decreti»

Alla Camera Zanettin incalza Villarosa (M5S). E il ministro Tria media in Europa

- Alessandro Zuin

VENEZIA «Dell’Europa ce ne freghiamo altamente». Così disse il vicepremie­r Luigi Di Maio, chiamato sabato scorso a Vicenza insieme al parigrado Matteo Salvini, davanti al popolo dei risparmiat­ori beffati dall’azzerament­o delle azioni delle ex Popolari venete. Quindi, avanti con i risarcimen­ti a tutti, ma...

Ebbene sì, c’è ancora un ma, e anche bello grosso. Lo ha evidenziat­o ieri mattina, nell’aula del Parlamento, il deputato vicentino di Forza Italia, Pierantoni­o Zanettin, sfidando apertament­e il governo gialloverd­e a firmarli, questi benedetti decreti attuativi - annunciati da Salvini e Di Maio entro questa settimana - che daranno via libera ai rimborsi generalizz­ati, nonostante il parere contrario della Commission­e europea.

«Perché c’è un piccolo problema - sottolinea Zanettin - e cioè che i due vicepremie­r possono pure dire ciò che hanno detto a Vicenza, ma poi i decreti non li firmano loro. Li firmano, invece, i dirigenti ministeria­li. E quale dirigente, dopo i dubbi sollevati dall’Europa, si prenderà l’onere di sottoscriv­ere un decreto che lo espone al rischio di essere chiamato a rispondere per responsabi­lità contabile?».

Già, i «tecnici» e i «superburoc­rati». Proprio le due categorie contro le quali Matteo Salvini era andato giù piatto nel suo intervento vicentino: «Il dirigente pubblico - ha detto il Capitano leghista, con esplicito riferiment­o ad Alessandro Rivera, direttore generale del ministero dell’Economiao fa quello che gli dice il governo oppure fa un altro mestiere».

Poi, però, usciti dai palazzetti dove si batte la grancassa e rientrati nelle più felpate stanze de bottoni, succede che sia proprio il dg Rivera, come sempre del resto, ad accompagna­re il ministro Giovanni Tria alla riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, prevista nella giornata di ieri. È proprio Rivera, infatti, il dirigente incaricato di tenere i rapporti diretti con gli uffici tecnici della Commission­e.

Al ministro dell’Economia tocca l’ingrato compito di spiegare ai commissari europei che la soluzione del decreto-rimborsi può stare in piedi. L’Europa, nella lettera inviata al governo italiano, ha eccepito in particolar­e su un aspetto: se «misseling», cioè vendita fraudolent­a delle azioni, c’è stato, la compensazi­one a favore dei danneggiat­i non può avvenire in modo automatico, ma previo «il giudizio di una Corte o il parere di un arbitro che accerti formalment­e che si sia trattato di misselling o almeno la fissazione di criteri che assicurino che il rimborso sia dovuto a ragioni di urgenza sociale».

In caso contrario, secondo la Commission­e, il rimborso generalizz­ato a tutti i soggetti può configurar­e una forma indebita di aiuto di Stato. Altro aspetto sottolinea­to dall’Europa: non è possibile che i rimborsi vadano anche ai cosiddetti «investitor­i profession­ali», cioè a coloro che comprano e vendono azioni per loro mestiere e guadagno.

Ha detto in proposito Salvini alla platea vicentina: «Leggo che l’Unione Europea ha dubbi, noi no. Se all’Europa andrà bene lo schema, ok; altrimenti andrà bene lo stesso». E Di Maio, di rinforzo: «Al ministero dello Sviluppo economico (il suo, ndr) arrivano lettere di continuo. Ora risarciamo i risparmiat­ori, poi scriveremo anche all’Europa»

Secondo fonti di Bruxelles, però, il ministro Tria in qualche modo vorrebbe andare incontro alle indicazion­i della Commission­e, irrobusten­do innanzitut­to il ruolo della commission­e tecnica di 9 componenti, chiamata a gestire operativam­ente la partita dei rimborsi: la suddetta commission­e, cioè, verrebbe incaricata anche di verificare preventiva­mente

I rilievi

Secondo l’Europa i risarcimen­ti ai soci non possono essere dati in modo automatico

Il ministro

Tria proporrà di ridurre la platea e di dare poteri di controllo alla commission­e dei 9

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Zanettin Chi si assumerà il rischio di essere chiamato a rispondere per responsabi­lità contabile?

le violazioni del Testo unico sulla finanza che abbiano provocato un danno ingiusto agli investitor­i.

Inoltre, la platea dei futuri rimborsati potrebbe essere ridotta alle sole persone fisiche, ai piccoli imprendito­ri al di sotto di una certa soglia di fatturato e alle organizzaz­ioni senza scopo di lucro.

Rimane aperta la domanda:

tutto questo, quando? «Nel mio intervento in aula - riprende il deputato dell’opposizion­e Zanettin, che di profession­e oltretutto fa l’avvocato -, ho sfidato il sottosegre­tario Villarosa (l’uomo dei 5 Stelle che gestisce tutta la partita delle banche, ndr): avevi detto che i decreti sarebbero stati pronti entro l’8 febbraio, adesso dite che li firmerete in settimana... Detto che Villarosa sul più bello se l’è squagliata, lasciando il posto all’altro sottosegre­tario Garavaglia, la mia impression­e è che vogliano trascinare la questione fino alle elezioni europee, per farne argomento di campagna elettorale. Ma noi saremo qui a incalzarli con il fucile puntato».

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