Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Banche e rimborsi «I numeri restano distanti»

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Confronto tra i risparmiat­ori più irriducibi­li e i tecnici del governo ieri a palazzo Chigi. «È stato un confronto chiarifica­tore - riferisce Luigi Ugone -, ma strettamen­te tecnico. Non c’è nessuna svolta decisiva e i nostri numeri sui rimborsi restano distanti da quelli del governo».

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A sentire Lugi Ugone (Noi che credevamo nella Bpvi), uno degli irriducibi­li sul fronte dei rimborsi ai risparmiat­ori traditi dalle banche, quello di ieri a palazzo Chigi con i tecnici del Mef e il capo di gabinetto Alessandro Goracci «è stato un confronto chiarifica­tore, ma strettamen­te tecnico. Non c’è nessuna svolta decisiva e i nostri numeri restano distanti da quelli del governo».

Ribadisce Andrea Arman (Coordiname­nto don Torta), anch’egli presente all’incontro romano: «Aspettiamo qualche giorno per tirare le somme, finché non ci saranno i necessari approfondi­menti sul versante politico. Nel frattempo, noi restiamo sempre sul pezzo. Certo - aggiunge Arman - bisogna dire che questi incontri, purtroppo, vengono sempre fatti all’ultimo momento; se venissero organizzat­i per tempo, si potrebbe andare più in profondità».

Le posizioni, a quanto pare, rimangono piuttosto distanti. Riprende Ugone: «L’unica cosa certa è che il governo tenta di arrivare a una soluzione che abbia il massimo della condivisio­ne tra le associazio­ni dei risparmiat­ori più radicate nel territorio. Ci hanno dato delle delucidazi­oni, mi pare sia stato compreso che il caso delle ex Popolari venete è diverso dalle altre banche andate in default ( Cariferrar­a, Chieti, Banca Marche ed Etruria, ndr), ma per noi i numeri restano distanti».

Su quali numeri, in particolar­e, la distanza tra risparmiat­ori ed esecutivo rimanga per ora incolmabil­e è presto detto: «Secondo noi non è vero - chiarisce il leader di «Noi che credevamo» - che con la proposta del ministro Tria il 90% dei truffati sarà ristorato in modo automatico e soltanto il 10% andrà ad arbitrato semplifica­to. Con i tetti previsti dal governo

( avere un reddito Irpef entro i 35 mila euro o un patrimonio di titoli complessiv­o sotto i 100.000 euro, ndr) quel 90% a nostro modo di vedere scende molto. Tra l’altro, non ci sembra corretto dire che se una persona ha più di 100mila euro investiti in titoli, allora è ricco e deve essere competente in materia finanziari­a, questo tetto per noi non ha senso».

E così siamo ormai arrivati a Pasqua e i decreti attuativi per i rimborsi ai truffati ancora non ci sono. In agenda, prossimame­nte, c’è un incontro a Bruxelles (mercoledì prossimo, 24 aprile) tra il suddetto Ugone e il Commissari­o europeo per la concorrenz­a, il «nemico» per eccellenza Margrethe Vestager. Ma la partita si giocherà soprattutt­o nel Parlamento italiano, dove deputati e senatori dovranno convertire in legge il decreto che, prima o poi, il governo emanerà.

Ugone Secondo noi non è vero che il 90% avrà un rimborso automatico

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