Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mit, via libera alla bretella ferroviaria per l’aeroporto
Due fasi, ma è già polemica. Marchi: ridicola una stazione di testa
VENEZIA Il ministero per le Infrastrutture e Trasporti, dà il via libera alla bretella ferroviaria fra Venezia e l’aeroporto: «nessuna analisi costi-benefici»
VENEZIA Il «giallo» è durato pochi giorni. Ma se da un lato ieri il ministero delle Infrastrutture ha tolto ogni dubbio sul fatto che non ci sarà alcuna modifica al tracciato che porterà il treno all’aeroporto Marco Polo – ora definito «cappio» perché scende dalla linea Venezia-Trieste e poi, in prossimità dello scalo, fa una specie di asola per consentire di avere una stazione «passante» – e annunciato che ci sarà un commissario per accelerare i cantieri, dall’altro ha messo un po’ di incertezza. Il Mit, infatti, conferma che i tecnici di Rfi (Rete ferroviaria italiana) hanno proposto di suddividere il progetto in due fasi funzionali: nella prima verrà realizzata una linea a doppio binario e predisposta la futura chiusura a cappio, da realizzare però in una seconda fase. Un’ipotesi che però non piace a Enrico Marchi, presidente di Save, il gestore dell’aeroporto. «Escludo la possibilità di farlo in due fasi, io voglio essere sicuro che si fa tutto, altrimenti niente sbotta Marchi - Sarebbe ridicolo che il terzo aeroporto intercontinentale italiano fosse collegato con una stazione di testa». E anche il deputato del Pd Nicola Pellicani, che aveva depositato nei giorni scorsi un’interrogazione al ministro Danilo Toninelli sull’argomento, non è soddisfatto della risposta, peraltro avvenuta non in aula ma a mezzo stampa: «Sono solo promesse elettorali - dice - E’ una soluzione pasticciata, il M5s è in difficoltà alla vigilia delle elezioni, ma i veneziani non possono essere presi in giro». Un aspetto positivo è che, con l’avvio della versione «light» del progetto, si potrebbero veder circolare i treni prima del 2025. «Ma questo lo potremmo dire solo con il cronoprogramma definitivo, che sarà stabilito entro fine anno», spiegano da Rfi.
Tre anni fa Rfi aveva avviato la progettazione sulla base dell’ipotesi che prevedeva appunto la stazione di passaggio e non più quella «di testa», come inizialmente affermato. Una modifica che per Marchi
"Onisto Chiediamo a Rfi di coinvolgere le comunità di Dese e Tessera
è fondamentale, anche perché il presidente rigetta l’ipotesi che quella linea serva solo per collegare lo scalo con Venezia. «La funzione principale sarà portare il traffico della linea Torino-Milano-Trieste con l’alta velocità e questo non lo dice Enrico Marchi, ma il piano nazionale degli aeroporti - spiega - Nelle stazioni di testa si perdono fino a 20 minuti per ripartire». Nei giorni scorsi era circolata la voce che, per una questione di «analisi costi-benefici», Mit e Rfi volessero tornare al binario unico, ma il comunicato di ieri smentisce l’ipotesi. «Il progetto non è in fase di revisione né sottoposto ad alcuna analisi costi-benefici», afferma il Mit. Il problema delle due fasi sarebbe piuttosto tecnico-finanziario, dovuto al fatto che l’opera è finanziata per 425 milioni di euro, ma ne costa 67 in più. Per evitare di bloccare tutto, si parte prima con il lotto finanziato, il resto arriverà. «In questo modo il progetto rimane invariato e i lavori possono partire il prima possibile», dice il ministero. «Ma in Italia non c’è niente di più definitivo del provvisorio - si lascia scappare una battuta Marchi - E comunque sia dal punto di vista economico che logistico costa molto di più chiudere e riaprire un cantiere».
Il Mit annuncia poi che l’infrastruttura sarà una di quelle «la cui realizzazione verrà accelerata con il commissariamento, grazie alle novità normative introdotte dal decreto Sblocca cantieri». Ma anche a Ca’ Farsetti tutte queste novità vengono viste con molta prudenza. «L’amministrazione non è stata coinvolta in tutte queste decisioni - dice la consigliera di Forza Italia Deborah Onisto, che per la maggioranza segue le partite aeroportuali - Le comunità di Dese e Tessera sono preoccupate e chiedono di essere convocate a un tavolo prima di tirare le linee su documenti e mappe, pur non essendo ostili all’infrastruttura».