Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Archi incrostati lettera al governo «Servono fondi per ripulirli»
I222 archi del Ponte della Libertà stanno asfissiando la Laguna. E così i consiglieri comunali veneziani Renzo Scarpa e Ottavio Serenza (Gruppo Misto) ieri hanno scritto ai ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture) e Sergio Costa (Ambiente) affinché i proprietari del ponte mettano mano alla tasca per pulire. «Siamo a chiedervi di intervenire per far sì che questa grave omissione venga superata da impegni di Veneto Strade e Rfi», hanno scritto. Sotto le arcate si sono accumulati detriti, sabbia dei fondali e ostriche, un muro di sostanze calcaree che rischia di trasformare in una diga la struttura progettata dall’ingegnere Eugenio Miozzi e completata nel 1931. La manutenzione ordinaria spetta ai due soggetti proprietari del ponte e negli ultimi due anni qualcosa si è mosso: otto archi sono stati liberati nel 2018, altrettanti quest’anno, per un totale di 16, pagati per un terzo da Rfi. Un’altra decina li ha ripuliti il Provveditorato. Veneto Strade non ha intenzione di sottrarsi e infatti l’ad Silvano Vernizzi ha inviato da tempo alla Regione Veneto una richiesta di finanziamento di 2 milioni di euro e confida che Palazzo Balbi trovi i fondi necessari nel bilancio 2020. Rfi ha fatto sapere che scaverà gli archi ogni volta che avrà necessità di andare ad aggiustare i sottoservizi e non è dato sapere se la media sarà di tre all’anno (a questo ritmo si arriverebbe al 2056 per completare il primo giro di manutenzione). La latitanza delle istituzioni sulla vicenda ha poi spinto le remiere di Mestre di San Giuliano a elaborare un progetto in proprio, affidato all’ingegner Giovanni Cecconi assieme alle università di Padova e Venezia, per liberare altri 22 archi e usare ostriche e fanghi per creare delle barriere di protezione lungo il canale di Tessera in modo da rallentare taxi e lancioni che vanno e vengono dall’aeroporto. Il riciclo dello scavo farebbe risparmiare sui costi del conferimento in discarica (13 euro a metro cubo, e si parla di 800 metri cubi sotto ogni arco). «Non è giusto che paghino Provveditorato ed Europa per la manutenzione di strutture che sono di Rfi e Veneto Strade – obietta Scarpa – Per questo abbiamo scritto al governo. Quanto al sindaco, è completamente assente sull’argomento».