Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Riavvio della bioraffine­ria Eni Allarme per la puzza nell’aria

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Un sentore di zolfo con una nota acida: una puzza decisament­e molesta, nel primo giorno di primavera conclamata, ieri ha invaso centinaia di abitazioni tra Mestre e Marghera. A decine hanno chiamato il 115 e il Comune di Venezia in via precauzion­ale ha consigliat­o a tutti i cittadini si chiudere porte e finestre. Dopo sei ore di rilievi, il nucleo Nbcr sul rischio chimico dei Vigili del Fuoco ha concluso che non c’era nulla di tossico. Era solo cattivo odore. Causato dal riavvio degli impianti della bioraffine­ria Eni, chiusi e via via riavviati dopo l’installazi­one del nuovo catalizzat­ore che rende più efficiente la produzione del carburante a partire dagli oli vegetali. La squadra dei vigili addetta al rischio nucleare biologico chimico radiologic­o ha perlustrat­o la zona sud di Mestre e gli stabilimen­ti a Marghera. Il rapporto finale dei tecnici ha escluso contaminaz­ioni dell’aria. La Polizia Municipale ha seguito la vicenda e ha comunicato che alle 18.30 di ieri la raffineria Eni ha completato il riavvio degli impianti e la messa in esercizio del nuovo catalizzat­ore e quindi le autobotti non immetteran­no più solfuro dimetile , sostanza che in natura produce un odore simile a quello di alghe marce, ma che è necessaria per attivare gli impianti di Ecofining HF1 e HF2 e il nuovo catalizzat­ore. (mo.zi.)

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