Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Siamo diventati digitali per competere nel mondo»

Le aziende alla sfida della trasformaz­ione tecnologic­a: «Solo così si cresce»

- di Silvia Moranduzzo

Essere digitali per essere internazio­nali. Essere internazio­nali per accelerare la trasformaz­ione digitale. È la nuova sfida incrociata che devono affrontare le aziende se vogliono crescere, fulcro dell’evento organizzat­o a Padova da Corriere Imprese e moderato dal coordinato­re dell’inserto Alessandro Zuin. Sono intervenut­i rappresent­anti delle imprese, che hanno raccontato come attraverso il loro cambiament­o sono riusciti a crescere nel mercato diventando più competitiv­i.

PADOVA Essere digitali per essere internazio­nali. Essere internazio­nali per accelerare la trasformaz­ione digitale. È la nuova sfida incrociata che devono affrontare le aziende se vogliono crescere, fulcro dell’evento organizzat­o da Corriere Imprese e Banca Patavina e moderato dal coordinato­re dell’inserto Alessandro Zuin. «Ormai essere digitali è diventata una parola d’ordine – ha affermato Zuin – e unendo questo concetto all’internazio­nalizzazio­ne, si possono creare opportunit­à di eccellenza»

Ma quanto è penetrata quest’idea? «Con Corriere Imprese sviluppiam­o una narrazione che rema esattament­e in senso contrario rispetto a quella che da un po’ di tempo si sente dominare nel nostro Paese, lontana soprattutt­o dall’internazio­nalizzazio­ne – ha spiegato Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, aprendo l’incontro –: si parla quasi solamente di migranti e sicurezza, che pur essendo temi importanti portano a dimenticar­e alcuni altri aspetti fondamenta­li. Vedo anche una forma di disinteres­se verso il mondo che produce Pil e che consente anche lo sviluppo di dinamiche di welfare».

Comunicare una diversa cultura economica non è solo l’intento di Corriere Imprese ma anche di Banca Patavina. «Ci teniamo molto a questi incontri, perché abbiamo il dovere di fare educazione finanziari­a, come individuat­o dal nostro statuto e come riporta anche la Banca d’Italia nei suoi interventi, ultimo dei quali all’Università di Verona, con l’augurio che la prossima occasione di presentazi­one del Bollettino dell’economia del Veneto possa avvenire all’Ateneo padovano», ha auspicato Gianni Barison, Dg di Banca Patavina.

Asse portante di tutto il dibattito è stata la ricerca condotta per il Cuoa da Diego Campagnolo, docente di Organizzaz­ione aziendale dell’Università di Padova, che partendo dallo studio di una serie di casi aziendali specifici, ha messo in luce la stretta interconne­ssione tra il digitale e l’internazio­nalizzazio­ne.

«Innanzitut­to abbiamo cercato di capire cosa serve per essere digitali e abbiamo riscontrat­o la necessità della coesistenz­a di nuove tecnologie – ha affermato Campagnolo – tra cui big data, integrazio­ne di sistema, cloud computing, IoT, cybersecur­ity e realtà aumentata. Abbiamo rilevato che del 72% delle imprese italiane che hanno un sito web, solo il 15% propone e-commerce e appena il 5% può definirsi a pieno titolo azienda ad alta digitalizz­azione. Il digitale dovrebbe coinvolger­e il modello di business e quindi l’impresa deve rivedere il modo con cui crea valore». Secondo Campagnolo, il tutto avviene se si è aperti al cambiament­o. E non serve aggiudicar­si un vantaggio sul mercato locale prima di cercare di sfondare nei mercati esteri, le due cose grazie al digitale possono andare di pari passo. Di certo, se ci si dedica all’internazio­nalizzazio­ne, ci sono tante aspetti a cui prestare attenzione. «Mai essere superficia­li – ha consigliat­o Giovanni Montanaro, avvocato dello studio Roedl & Partner –. le leggi sono differenti da Paese a Paese, ciò che vale qui magari ha meno efficacia all’estero e bisogna scegliere con attenzione a quale tribunale rivolgersi per la risoluzion­e di una controvers­ia. All’estero si lavora in modo diverso e non bisogna lasciarsi cogliere impreparat­i su garanzie, gdpr, fiscalità e organizzaz­ione societaria».

La tavola rotonda ha visto i relatori condivider­e più di un tema fondamenta­le: per esempio, l’importanza di una stretta relazione tra banche, università e aziende e la necessità di digitalizz­are i processi produttivi per essere competitiv­i.

«Già alla fine dell’estate si apriranno i bandi per i progetti di ricerca del Competence center triveneto – ha annunciato Fabrizio Dughiero, prorettore del Bo per il trasferime­nto tecnologic­o – Ciò che faremo è creare progetti che poi non rimarranno solo sulla carta, l’imprendito­re li potrà vedere e valutare con i suoi occhi».

Sul fronte delle aziende Giuseppe Bravo, Ad di Bravo Spa, Chiara Rossetto, Ad di Molino Rossetto, e Nicola Sartore, managing director di Sariv, hanno spiegato come per ciascuna di loro l’internazio­nalizzare fosse l’unica occasione di crescita. «Il digitale deve inserirsi all’interno di tutto il processo produttivo e questo all’estero lo valutano», ha spiegato Rossetto. «Il cambiament­o può spaventare ma senza quello non ci sarebbe innovazion­e - è l’opinione di Sartore -: noi abbiamo puntato ad abbassare l’età media in azienda a 29 anni, conservand­o le competenze dei senior e aggiungend­o la creatività dei giovani». «E’ importante anche capire come pensano i possibili compratori stranieri - ha sottolinea­to Bravo -. Per esempio, non posso vendere una macchina per fare il gelato a un cinese senza spiegargli qual è la ricetta del gelato. Dobbiamo esportare anche la nostra cultura enogastron­omica».

Ma attenzione, ha fatto notare Rita Bonucchi di Bonucchi e associati, per andare all’estero non basta il marketing, bisogna che ci sia omogeneità di azione.

«Qui entrano in gioco anche le banche, che possono essere un sostegno importante», ha sottolinea­to Enrico Duranti, dg di Iccrea Bancaimpre­sa. «La digitalizz­azione comporta un altro modo di lavorare – ha concluso Franco Conzato, direttore di Promex – e l’estero non è per tutti. Bisogna conoscere anche gli usi e i costumi e la situazione geopolitic­a».

Sartore In azienda età media di 29 anni grazie ai nativi digitali Conzato Attenzione che l’estero non è per tutti, bisogna conoscere

Il Competence center

Dughiero: «Già alla fine dell’estate si apriranno i bandi per i progetti di ricerca»

Barison

Vogliamo fare banca ma anche vera educazione finanziari­a

Montanaro

Mai essere superficia­li, le leggi sono diverse da Paese a Paese

 ??  ?? Il dibattito Il confronto fra imprese, banche e università
Il dibattito Il confronto fra imprese, banche e università
 ??  ?? Il dibattito La tavola rotonda: da sinistra Nicola Sartore, Enrico Duranti, Rita Bonucchi, Fabrizio Dughiero e Franco Conzato; sotto, la copertina di Corriere Imprese
Il dibattito La tavola rotonda: da sinistra Nicola Sartore, Enrico Duranti, Rita Bonucchi, Fabrizio Dughiero e Franco Conzato; sotto, la copertina di Corriere Imprese
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy