Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bonzio resta ai domiciliar­i Alesini invece in carcere

- Eleonora Biral

Foto di gruppo all’uscita del liceo

scientific­o e, soprattutt­o, la nuova prova orale senza tesina. «I ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni che, per quanto abbiano simulato, sono completame­nte nuove – dice Marco Zorzi, vicepresid­e del Pacinotti a Mestre – Cercheremo di metterli a loro agio». Di certo ieri tutto è filato liscio. «Per questa prova non c’è stata la rivoluzion­e che tutti si aspettavan­o», assicura la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada. La stanchezza dpo la prima prova al Marco Polo

Anche se il tempo impiegato dagli studenti nella scelta della traccia è aumentato esponenzia­lmente a causa di testi e documenti saliti a nove pagine: «Si è tornati a un dossier piuttosto corposo, ma sono stati scelti testi con un linguaggio più accessibil­e». Lo scoglio più grande è quello di oggi: «Gli studenti dovranno snodarsi tra le due materie, affrontare problemi, scegliere, motivare».

Ma la testa delle commission­i è già all’orale. «Gli ispettori e i consulenti che abbiamo individuat­o hanno sostenuto un question time piuttosto forte da parte dei professori della commission­i. Ricorsi? Sono ammissibil­i se uno studente riceve un danno. Certo non se in una busta si chiede di Ungaretti e nell’altra di Quasimodo». (c.ga.; a.r.t.; gi.bu.)

Lui aveva avuto un ruolo minore nella rapina. Non aveva colpito direttamen­te la vittima, ma non era nemmeno intervenut­o in sua difesa. Durante l’interrogat­orio, di fronte al giudice si era detto dispiaciut­o, dichiarand­o che si vergognava per quello che aveva fatto e qualche giorno dopo, insieme a una lettera di scuse, aveva fatto consegnare alla vittima un assegno per risarcirla. Tutto questo, però, non è bastato: Sebastiano Bonzio, che ha compiuto 19 anni pochi giorni fa, dovrà rimanere agli arresti domiciliar­i. Lo ha deciso ieri il tribunale del Riesame, che ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato Renato Alberini. Bonzio, vive a Sant’Elena, dove si trova ai domiciliar­i da qualche settimana. È uno dei ragazzi coinvolti nell’inchiesta sulle baby gang che ha terrorizza­to Mestre e Venezia, accusato di aver partecipat­o a un tentativo di rapina avvenuto lo scorso febbraio. Era circa mezzanotte quando un gruppetto di bulli aveva aggredito un cittadino bengalese in via Podgora a Mestre. Bonzio, a differenza dei complici, non aveva colpito la vittima ma si era posizionat­o alle sue spalle impedendol­e, di fatto, la fuga. Qualche giorno dopo l’arresto l’avvocato Alberini aveva incontrato il bengalese e gli aveva consegnato un assegno da duemila euro, i risparmi del 19enne che aveva deciso di risarcirlo in qualche modo per farsi perdonare del comportame­nto. «Sono amareggiat­o — dice il legale — Il ragazzo aveva anche ricevuto una proposta di lavoro in un cantiere vicino a casa, avevamo chiesto di attenuare la misura restrittiv­a». Ma i giudici del Riesame hanno rigettato la richiesta, così come hanno fatto con l’altra richiesta presentata dall’avvocato Giampiero Martinis per il 18enne di Mestre Angelo Alesini. Il giovane è coinvolto in una decina di furti e accusato di una tentata estorsione, ma il Riesame ha stabilito che deve rimanere in carcere. Intanto l’inchiesta sulle baby gang continua.

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