Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ieg in Borsa senza investimenti a Vicenza «Prima devono crescere le fiere dell’oro»
Ravanelli e lo stop ai 33 milioni sul quartiere: «Visitatori esteri da raddoppiare»
VICENZA Fiere, sbarco in Borsa per Ieg, Italian exhibition group, la società nata dalla fusione tra le fiere di Rimini e Vicenza. Ma nel giorno dell’esordio in Borsa (dopo una fiammata iniziale, fino a un +4%, il titolo si è riposizionato su valori vicini ai 3,7 euro di partenza,chiudendo a 3,72, +0,78%) arriva anche il messaggio, chiaro, dell’amministratore delegato, Ugo Ravanelli, sul fronte degli investimenti nei padiglioni di Vicenza: «Prima ‘Vicenzaoro’ deve raddoppiare il numero di visitatori stranieri».
Insomma, il messaggio che arriva dai vertici della spa fieristica è il rinvio del piano di investimenti sul quartiere fieristico di Vicenza da 33 milioni di euro, a quando la manifestazione vicentina sarà cresciuta nei numeri. Questa la spiegazione rispetto ad una quotazione che, nei documenti presentati al mercato, ha confermato gli investimenti su Rimini, con oltre 65 milioni di euro per l’ampliamento del quartiere fieristico e la sistemazione dei parcheggi, mentre i 33 milioni di euro annunciati per la ristrutturazione e l’ampliamento della fiera di Vicenza sono stati congelati a «successivi approfondimenti e valutazioni» (nonostante una spesa di 2,3 milioni di euro di progettazione).
«Quello su Vicenza è un piano di investimenti della storia passata – afferma Ravanelli – e potrà riuscire in futuro a seconda di come riusciremo a diventare più o meno un hub internazionale. Vicenza Oro deve raddoppiare il numero di visitatori stranieri: è quello che vogliono i nostri espositori. Una fiera non è strettamente legata ai muri
Il manager Ipo senza aumenti di capitale? Il rischio era di non riuscire a quotarci
ma a un progetto di crescita e nelle ultime due edizioni la rassegna orafa è cresciuta come mai negli ultimi cinque anni, ma i muri sono sempre gli stessi. Ciò significa che ci possono essere investimenti meno visibili di una ristrutturazione ma in grado di portare risultati maggiori». Il riferimento è al piano per «massimizzare e rendere più efficienti gli spazi» che ha soppiantato, nei programmi, gli investimenti milionari previsti a Vicenza: «Nel concreto – spiega l’ad – renderemo gli spazi più fruibili, miglioreremo la digitalizzazione, l’organizzazione dei padiglioni. Ma le criticità da affrontare sono anche la poca disponibilità di strutture alberghiere in città, i parcheggi, il trasporto pubblico, aspetti che non dipendono da Ieg». Con un ragionamento che ribalta i problemi sulla città.
Intanto la quotazione ha consentito al socio di riferimento, Rimini congressi (titolare ora del 49,2% delle quote), di dimezzare il debito contratto in occasione della costruzione del Palacongressi della città romagnola, mentre non è stata prevista la parte di aumento di capitale, diversamente dal primo tentativo di del dicembre scorso: «Abbiamo preferito non fare quella parte – osserva Ravanelli – per non compromettere il risultato dell’operazione: il rischio era di non arrivare in Borsa. D’altronde non ci si quota perché arriveranno soldi ma per cambiare campionato in cui si gioca e otteniamo maggiore visibilità».
Nello scenario post-quotazione la compagine riminese detiene il 49,2% delle azioni ma il 61% dei diritti di voto, grazie al voto maggiorato, mentre la rappresentanza vicentina rimane al 19% (e con voto maggiorato solo da fine anno). L’approdo in Borsa modifica in parte il consiglio di amministrazione: per effetto del patto parasociale siglato la scorsa estate la rappresentanza vicentina scende da 2 membri a 1, mentre il rinnovo dell’intero cda è fissato alla primavera 2021.